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Ieri una battaglia spettacolare, serve il colpo di scena in chiusura

U na battaglia spettacolare, fatta di sofferenza e dolore, fatica e tormento. Noi appassionati vorremmo l'impresa, il ribaltone, il colpo di scena teatrale, ma le forze in campo, come dice giustamente il nostro Vincenzo Nibali, ormai sono quelle che sono. Tutti uniti da una profonda stanchezza. Ieri però non posso negare di essermi divertito, fino alla fine.

Ho sperato, fino all'ultimo, perché questi ragazzi ci hanno provato, fino in fondo, con tutte le loro forze residue. Sei corridori racchiusi in un minuto e mezzo. Sei corridori, probabilmente solo quattro, che oggi nella crono da Monza a Milano si giocheranno il podio di un Giro duro e incerto, fino alla fine.

Ieri sul Monte Grappa mi aspettavo di più. Ma sul Foza, l'ultima vera salita del Giro, una salita vera, Nibali, Quintana e compagnia hanno fatto quello che dovevano fare. Hanno provato ad isolare l'olandese per sperare di potersi giocare tra di loro questo Giro a cronometro. Non è andata come avrebbero voluto. E ora il calcio di rigore a porta vuota ce l'ha Dumoulin, che potrebbe essere il primo olandese a vincere il Giro. Ma il condizionale è d'obbligo, perché questo Giro ci ha insegnato che fino alla fine, nulla è certo.

Niente è sicuro.

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