Non fa una piega, Carlo Ancelotti, quando Insigne pennella una giocata delle sue che regala al tecnico emiliano la vittoria al suo ritorno in A dopo 9 anni. Per il Napoli era importante iniziare con il piede giusto dopo un precampionato fra alti (pochi) e bassi e una tifoseria in fermento con il patron De Laurentiis. Un'immediata replica alla Juve di Cr7 che ha sofferto per piegare il Chievo, arrivata per altro nel giorno in cui l'ex (ancora rimpianto da qualcuno) Maurizio Sarri ha debuttato a Stamford Bridge e con il suo Chelsea e ha piegato l'Arsenal nel derby.
Il successo esterno in rimonta sulla Lazio, meno rotondo ma identico nell'evoluzione del risultato rispetto al match della passata stagione, è il miglior viatico per voltare pagina in fretta. Milik e Insigne vanno in gol, ma ancora c'è qualche problemino da risolvere, ora che lo schema sarriano imparato a memoria dai soliti titolarissimi non è più lo spartito da suonare in campo. Anche se è da manuale l'azione che porta al gol l'ariete polacco: cambio gioco di Insigne, assist di Callejon e tocco vincente di Milik. Lo schema perfetto che Ancelotti sta provando sin dal ritiro di Dimaro e che può diventare un grimaldello importante in partite bloccate, come è stata a lungo la sfida dell'Olimpico di ieri sera.
La Lazio dimostra di essere ancora Immobile-dipendente (suo il gol che sblocca la gara, per il terzo anno di fila l'attaccante timbra per primo il cartellino dei marcatori biancocelesti in serie A) e deve pretendere di più da MIlinkovic-Savic, appetito da molte società nel corso dell'estate ma poi rimasto a Roma, e Luis Alberto, che poteva essere un colpo last minute del Siviglia se Lotito non si fosse opposto fermamente anche alla sua cessione.
E' un Napoli molto diverso da quello sarriano come si è visto sin dai primi passi compiuti nelle amichevoli precampionato e anche nel match contro la Lazio: meno possesso palla, più cambi di gioco e dinamicità negli uomini oltre che tocchi nello stretto, maggiore spinta degli esterni. Hamsik fa qualche passo avanti nel nuovo ruolo di playmaker, anche se deve migliorare nella fase di interdizione, la difesa ha qualche meccanismo da perfezionare, l'attacco va a sprazzi ma con un Milik che quando si accende (ma spesso nel primo tempo è parso meno coinvolto nella manovra corale della truppa napoletana), può essere letale. Gara molto tattica per lunghi tratti, pochissimi i tiri in porta. Il primo è quello più bello per esecuzione: sul lancio di Acerbi, Immobile si beve con un tocco d'interno a rientrare Mario Rui, Albiol e Koulibaly e supera Karnezis con un sinistro all'incrocio. Già 53 i gol in 70 presenze con la Lazio nella massima serie per la punta campana che anche quest'anno, guardando la rosa allestita da Tare e Lotito, rischia di non avere un vice all'altezza.
La squadra di Inzaghi sembra spegnersi sul lampo della punta campana, il Napoli cresce e quando riesce a far breccia nella difesa di casa fa centro due volte con Milik, dopo che Luiz Felipe aveva "sporcato" e mandato sulla traversa il tiro di Zielinski. Il primo tentativo del polacco è reso vano dal fallo di Koulibaly che frana su Radu, il secondo - con la giocata a tre punte già raccontata - sigla il meritato pareggio.
Poi il colpo alla Insigne che consegna i primi tre punti e rompe il digiuno del
folletto di Frattamaggiore durato tutto il precampionato. Il suo gol è forse anche un simbolo del nuovo corso napoletano, che può iniziare nella maniera migliore anche grazie al palo colpito da Acerbi sui titoli di coda.
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