
Incroci pericolosi, è proprio il caso di dirlo. Quello di stasera al Gewiss Stadium rappresenta il crocevia fondamentale per tutti i club che ambiscono a un posto in Champions League. A partire dalle due squadre che scenderanno in campo alle 20.45, ovvero Atalanta e Roma. Con Lazio e Juve spettatrici interessate davanti alla tv.
Ai bergamaschi, infatti, manca un punto per l'aritmetica qualificazione alla coppa europea più prestigiosa; mentre - in caso di successo - blinderebbero pure il terzo posto. Motivo per cui i nerazzurri cercheranno in tutti i modi di fare risultato. Occhio però alla lanciatissima Roma (imbattuta da 19 giornate) di Claudio Ranieri, che all'ultima avventura della carriera in panchina vuole scrivere la storia. Ancora una volta. Arrivare quarto con una squadra presa in corsa a metà novembre al quartultimo posto varrebbe a Sir Claudio la beatificazione calcistica alla stregua del trionfo in Premier League col Leicester nel 2016. Il modo migliore per chiudere la carriera da allenatore e passare poi dietro la scrivania con il ruolo di direttore tecnico del club giallorosso. Mansione che vedrà Ranieri implicato nella scelta del suo successore.
Tutte le strade portano a Gasp. Il condottiero atalantino rappresenta, infatti, la prima scelta per la panchina romanista dei Friedkin, che avevano valutato anche altre opzione come Pioli (problemi fiscali per il ritorno in Serie A dall'Arabia Saudita), Fabregas (corteggiato con forza dal Leverksuen per il dopo Xabi Alonso e sotto contratto fino al 2028 col Como, che spera di trattenerlo) e Farioli (al comando dell'Eredivisie con l'Ajax). Più defilati i nomi di Montella e Mancini; mentre l'opzione Max Allegri non è stata concretamente sondata, al di là della ridda di voci delle scorse settimane. Per l'allenatore livornese occhio al Napoli (se Conte decidesse di andare via) o al ritorno di fiamma del Milan (situazione ancora in alto mare). Insomma, la partita di stasera per Gasperini rischia di valere doppio.
Da un lato può regalare la Champions alla Dea per la quinta volta negli ultimi sette anni, ma al tempo stesso complicare la corsa all'Europa di quella che tra qualche settimana potrebbe diventare la sua futura squadra. Antonio Percassi permettendo, visto che il presidente nerazzurro non ha ancora deposto le armi dinanzi alla possibilità di perdere il condottiero dei tanti successi bergamaschi. Incroci pericolosi, appunto.
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