I tifosi dell'Arsenal sono abituati da tempo a vedere partire le proprie stelle. Da Henry a Fabregas, passando per Nasri. Ieri è stato il turno di Alex Song, passato al Barcellona per 19 milioni di euro. Ma la scelta di Robin van Persie proprio non l'hanno digerita: altro che fair play britannico, il giorno dell'accordo tra l'olandese e il Manchester United in giro per Londra si sono viste tante magliette rosse bruciate. L'11 di van Persie ridotto a cenere, scene non da Inghilterra.
I cattivi tifosi non esistono solo in Italia, è di ieri un altro esempio, questa volta in Spagna. Dove i tifosi dell'Athletic Bilbao hanno contestato all'allenamento Fernando Llorente, che ha rifiutato il rinnovo e flirta con la Juventus. «Mercenari, andatevene» hanno urlato a lui e a Javi Martinez, tentato dal Bayern Monaco. Non c'è Paese che tenga, il calciomercato selvaggio colpisce tutti i tifosi.
In questo senso, i venti di rivolta in Italia sono poco più che sospiri, per mancanza di materia prima. Pochi soldi, pochi affari, poche proteste. Il Milan rinuncia a Kakà, Galliani lo avrebbe comunicato al Real Madrid. Nulla di nuovo, in realtà: se Perez continuerà a chiedere 20 milioni, i rossoneri neanche inizieranno a trattare.
L'Inter rimane concentrata su Alvaro Pereira, l'accordo col Porto è vicino (12 milioni tra cartellino e bonus), per l'uruguaiano pronto un quadriennale. In avanti si ripensa a Eduardo Vargas, già cercato sei mesi fa, e ora desideroso di lasciare Napoli. Per De Rossi, Roma e City sono in stallo ma Mancini ci proverà fino all'ultimo e offre 25 milioni.
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