L'Uefa molla lo schiaffone, Mourinho regala lo zuccherino. Casi da Inter, come non bastassero tutti i problemi della beata casa nerazzurra: da quelli di classifica agli altri di rapporto interno. L'Uefa ha messo nei guai la società accusandola per razzismo, prevedibile ascoltati gli umori inglesi nel post Tottenham. Dice la sintesi che la Uefa ha aperto un procedimento disciplinare per il comportamento dei tifosi nerazzurri durante la partita con gli inglesi e il club è chiamato a rispondere anche di organizzazione insufficiente e lancio di oggetti in campo. Il caso sarà valutato dalla disciplinare Uefa il 19 aprile.
Non c'è da stare allegri, soprattutto in un paese che ogni settimana rifila multe per cori razzisti e inciviltà assortite: ultimi i 10mila euro affibbiati al Bologna per uno striscione, esposto durante il match con la Juve, che ricordava la storia dell'Heysel. Diceva: «Juventino, bianconero, il tuo posto è al cimitero», solito ritornello macabro. Senza dimenticare la punizione delle due partite a porte chiuse rifilata alla Lazio dall'Uefa dopo i sedicesimi di finale in Europa League.
Stavolta è stato il Tottenham a sollevare il caso: al termine della partita i giocatori si erano lamentati dei cori razzisti contro Adebayor. Il portiere Friedel si era detto «disgustato» dall'accaduto e Gallas aveva rivelato l'idea di lasciare il campo come forma di protesta. «I canti erano molto facili da sentire - ha aggiunto Villas Boas che ben conosce l'Inter e l'italiano- È difficile per l'Inter, e non è la prima volta». Di fronte a tanto pesante accusa, la società è rimasta alla finestra, non ha mai replicato. I commissari Uefa avevano fatto intuire qualche pecca organizzativa e messo all'indice i buuuh! Niente di pesante. Ma il silenzio non sempre è consenso, solo la quiete che precede la tempesta. E l'Inter, che dice di essere sempre stata molto attenta a certi problemi sociali, stavolta rischia di essere punita con una multa o una partita a porte chiuse, viste le aggravanti notificate. Moratti è rimasto sorpreso: non si era accorto di questi miserabili cori. «Parla la mia storia, ho sempre condannato ogni forma di razzismo e mi sono battuto per evitarlo», ha raccontato. Forse la società ha sottovalutato la gravità delle accuse. E ormai l'Italia è sotto tiro Uefa.
Comunque la punizione sarà scontata nel prossimo anno, quando l'Inter avrà cambiato faccia e facce. Questo finale di stagione impone di pensare alla zona Champions come l'ultima spiaggia della salvezza, anche economica viste le difficoltà di bilancio. Poi ci sarà la resa dei conti all'interno della società: dirigenti, manager, il tecnico con tanto di punto di domanda. Ora si affacciano pure i problemi fra medico e allenatore. Non proprio storie nuove: all'Inter quasi tutti i tecnici si sono lamentati del rapporto con il dottor Combi. In campionato l'Inter ripartirà contro la Juve, poi le toccherà il recupero con la Sampdoria che ha trovato difficoltà di data per i soliti pasticci di calendario.
E, in tutto questo, ieri si è inserito Mourinho che, da tempo, strizza l'occhio a Moratti. In risposta a una domanda di due tifosi interisti, dovuta a una associazione benefica, è andato al bersaglio con maglia nerazzurra ben in vista: «Ho trascorso due anni fantastici in Italia: nella mia Inter. Non si sa mai: se un giorno dovessi tornare lo farei con grande piacere ed emozione». È più di uno zuccherino.
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