Matteo Basile
nostro inviato a Genova
Quando si è forti e consapevoli di esserlo si può diventare superbi, e rischiare di sottovalutare l'avversario. Oppure si può stare sereni, consci del fatto che tutto andrà bene. All'Inter ultimamente gira così bene che anche gli episodi vanno tutti dalla parte giusta. Anche quando potrebbero pendere dalla parte opposta. Anche quando capita di complicarsi un po' la vita. E così in questo avvio di stagione la squadra di Conte si conferma una macchina quasi perfetta. Sesta vittoria di fila in campionato, il record di 7 consecutive di Herrera che passa dalla super sfida alla Juventus e la sicurezza di esserci per davvero. Più forte dell'avversario ma anche delle ingenuità, vedi rosso di Sanchez in avvio di ripresa. Percorso netto verso la svolta della stagione: Barcellona prima e Juve poi potranno dire tanto sul reale valore della banda Conte.
In avvio un po' di turnover in vista della Champions. Con Lukaku che rifiata, spazio a Sanchez dal primo minuto; esordio dal primo minuto per Bastoni in difesa, molto bravo il giovane che Conte ha voluto tenere con lui, mentre Gagliardini si piazza a centrocampo. Di Francesco gioca un po' più coperto con Quagliarella e Rigoni in avanti in una sorta di 3-5-2. Parte meglio la Samp, poi lo strapotere nerazzurro prende il sopravvento e si concretizza in due minuti. Sensi calcia dal limite e colpisce Sanchez sulla schiena ingannando Audero (20'), poi il cileno si trova palla davanti al portiere dopo un rimpallo e fa due a zero al 22'. Dominio indiscusso, Samp annichilita e terzo gol che non arriva solo per un pizzico di superficialità.
Sembra tutto in cassaforte con la testa al Camp Nou, ma al primo minuto del secondo tempo Sanchez decide di rovinare un ottimo esordio da titolare con una simulazione ridicola che gli costa il secondo giallo e lascia i suoi in 10. Una fesseria colossale che dà coraggio ad una Sampdoria fino a quel momento rassegnata. E così al 10' Jankto trova lo spiraglio giusto per accorciare le distanze. Conte sente puzza di bruciato e cambia: fuori uno spento Lautaro per Lukaku e D'Ambrosio entra al posto di Candreva mentre il Ferraris ci crede e diventa una bolgia. Ma gli episodi pendono sempre dalla parte del più forte. Ah, cosa può fare quella consapevolezza. E così Gagliardini sfrutta un altro pasticcio-rimpallo e fa 3 a 1 con un tap in facile facile che di fatto, chiude la partita. Perché il gap tra le due squadre è fin troppo evidente e perché il forcing della Samp (che oggi aspetta novità decisive sull'asse Ferrero-Vialli per la cessione) è troppo fumoso.
E nel Conte che va ad esultare rabbioso e a pugni chiusi sotto lo spicchio di tifosi nerazzurri del Ferraris c'è il manifesto di questa Inter.
Tosta, solida, concreta, compatta. «Quell'espulsione ci poteva ammazzare, abbiamo dato una grande risposta. Avevo bisogno di esultare». Il modo migliore per arrivare alla settimana che può già essere la chiave di tutta la stagione.
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