Calcio

Inter, basta distrazioni. Ma lontano da San Siro va blindata la difesa

Cremonese unica senza vittorie: in trasferta i nerazzurri prendono gol da 13 gare di fila

Inter, basta distrazioni. Ma lontano da San Siro va blindata la difesa

Non ci fosse stata la bambola presa lunedì sera con l'Empoli, la trasferta di Cremona sarebbe stata per l'Inter una di quelle partite in cui si corre il rischio di distrarsi, sottovalutando impegno e avversario, ultimo in classifica e unico finora a non avere mai vinto in campionato. Non che così sembri semplice, ma almeno è certo che dopo un'intera settimana trascorsa a chiedersi perché hai perso per la sesta volta e a medicarti le ferite, è sicuro che concentrazione e carica saranno quelle giuste.

«Meno male che si gioca subito, abbiamo tanta voglia di rifarci», chiosa Simone Inzaghi, tornato un'altra volta in discussione, nemmeno il tempo di gustarsi il piacere della Coppa di Riad. C'è la ressa in zona Champions e per un po' è lì che l'Inter e chi insegue il Napoli dovranno guardare, non più su, ché senza regali altrui, di scudetto anche quest'anno se ne parla l'anno prossimo.

Oltre a quella che stabilisce le gerarchie, c'è una classifica che non dà titoli o diritti, ma che è indice preciso di rendimento: pur quarta e a 1 solo punto dal secondo posto, l'Inter è addirittura la terz'ultima squadra del campionato per numero di gol incassati in trasferta. Peggio dell'Inter (-20), solo Salernitana (-24) e Bologna (-21), che peraltro sta lì anche per conseguenza diretta dell'imbarcata subìta nella San Siro in versione nerazzurra (1-6). I numeri vanno interpretati e i gol pesati, ma per quelli dell'Inter la lettura è semplice: Handanovic prima e Onana poi prendono gol in trasferta da 13 partite consecutive, le ultime 4 trasferte dello scorso campionato (fatal Bologna compresa) e le 9 di quello in corso. L'ultimo clean sheet lontano da San Siro, è di Handanovic contro la Juventus, il 3 di aprile, fanno quasi 10 mesi.

Oltre le statistiche, c'è un'intera squadra e non un singolo reparto, che troppe volte ha commesso errori elementari, distrazioni pagate carissimo, come a Monza, nell'ultima trasferta. Recriminare serve a nulla, ripensarci può servire a evitare nuovi scivoloni.

La Cremo, pur ultimissima, a suo modo è in serie positiva: ha clamorosamente eliminato il Napoli in Coppa Italia (e in trasferta) e ha sfiorato la vittoria a Bologna. A novembre, peraltro, aveva anche fermato il Milan, ma dopo s'è capito che non era poi così difficile. Quella contro Inzaghi, è la prima volta di Davide Ballardini davanti al pubblico di casa, nel (forse) futuro stadio Vialli. Curiosamente, Ballardini è stato l'ultimo allenatore di Simone Inzaghi calciatore. Accadde ovviamente alla Lazio, nella stagione 2009-10, quando l'attuale tecnico dell'Inter giocò pochissimo, tormentato dal mal di schiena, appena 3 presenze per miseri 42 minuti complessivi. Gli ultimi contro l'Atalanta, il 17 gennaio. «È molto preparato, sa dare un'identità precisa alle sue squadre», ricorda Inzaghi. A febbraio, Ballardini venne poi esonerato e, con Reja, Simone non fu più nemmeno convocato.

Dall'estate successiva partì la parabola che l'ha portato sulla panchina dell'Inter: battere l'antico maestro, può essere un modo per evitare che traballi un altro po'.

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