Inter, felicità Champions

Così è troppo bello. Nerazzurri eroici a S. Siro in finale 2 anni dopo. Lautaro-gol e procura un rigore, 3 reti Barça, pari di Acerbi al 93’, magia di Frattesi ai supplementari. Si va a Monaco

Inter, felicità Champions
00:00 00:00

Indimenticabile, da ricordare e raccontare a chi non c'era. Qui non è questione di tifo, ma di calcio. Di grande calcio, di giocate e di campioni, dell'Inter che batte il Barcellona 4-3, un altro punteggio che evoca emozioni, e conquista la seconda finale di Champions in 3 stagioni. Non bastava il 3-3 dell'andata, qui siamo oltre. Siamo ai confini col mai visto, vai di archivio e di ricordi: l'Inter vince una partita già persa, dopo che forse aveva creduto di averla già vinta. Dal 2-0 all'intervallo al 2-3 del minuto 93, quando Acerbi in libero e disperato attacco segna di piatto destro, lui che è mancino, il gol che vale i 30' dei supplementari. E lì anche il clima diventa di quelli che fanno leggenda, perché al vento si somma la pioggia, proprio come contro il Bayern, nei quarti. E l'Inter si esalta, spinta da uno stadio festante che non l'ha mai abbandonata. Record d'incasso per il calcio italiano, più di 14 milioni e mezzo di euro dei 75 mila fortunati che potranno dire che c'erano anche loro. Decide il gol di Frattesi, dopo l'azione combinata Taremi-Thuram-Taremi e le proteste dei giocatori del Barcellona per un fallo che però hanno visto solo loro. Poi sono 20 minuti di assalto catalano e fortino nerazzurro. Decide anche l'ultimo volo di Sommer a chiudere la porta all'ennesimo tentativo del fenomeno Lamine. Gran partita, la sua: che spettacolo di campione.

Ma non basta al Barcellona, in finale ci va l'Inter. C'è tanto Dimarco nel gol che a metà tempo sblocca la partita. È lui che strappa il pallone dai piedi di De Jong in uscita bassa e lenta. Perfetto il verticale per Dumfries e così il passaggio di Dumfries a Lautaro, libero davanti alla porta. Il Toro non sbaglia. È l'1-0, ma già sai che tanto è solo l'inizio. Da manuale anche l'azione che vale il rigore del raddoppio. Mkhitaryan incendia la prateria catalana con un lancione per la corsa di Lautaro, disperato ma falloso il salvataggio in scivolata di Cubarsì, l'altro baby di Flick, però per ora un po' meno fenomeno di Lamine. Marciniak non se ne accorge, ma il Var sì. Trasforma Calhanoglu.

All'andata la riscossa del Barcellona partì a metà del secondo tempo, qui arriva invece a metà partita. Al rientro dall'intervallo, e senza cambiare nulla, Flick si rimette in piedi, ironia della sorte proprio con i suoi terzini che di mestiere non sarebbero terzini e che avrebbero dovuto essere il punto debole della squadra. Cross di Gerard Martin, gol di Eric Garcia, da un esterno all'altro. Poco oltre c'è il numero da fenomeno di Sommer sul tiro nuovamente di Garcia, quindi il pareggio di Olmo, che fin lì aveva giocato più per l'Inter che per il Barça.

Infine il rigore fischiato a Mkhitaryan, ovviamente su Lamine e dopo un brutto errore di Calhanoglu: fallo netto, ma il Var scopre che l'intervento è appena fuori area e salva l'Inter Il 2-3 è di Raphinha, sembra finita. Invece tutto doveva ancora cominciare.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica