Inter già apparecchiata per il ritorno di Lukaku. Ma vietate altre frenate

Inzaghi in 10 giorni ha rimodellato la squadra. Ora è più adatta al belga, ma è ancora fuori

Inter già apparecchiata per il ritorno di Lukaku. Ma vietate altre frenate

Milano. Guai a fermarsi, che sennò si fa tardi. Inter in campo all'ora di pranzo per continuare la striscia positiva. Avversario la Salernitana di Davide Nicola, già si sa che non sarà semplice, ma la squadra che ha fatto tremare il Camp Nou non può immaginare un altro risultato negativo in campionato. In 10 giorni, Simone Inzaghi si è ripreso l'Inter che stava per sfuggirgli di mano. Ha ricompattato lo spogliatoio e cambiato modo di giocare prima ancora dei giocatori, ché lì, tanto da fare non c'è: un po' perché costretta e molto per scelta, l'ultima Inter non cerca il possesso del pallone e il palleggio che tanto piacciono al suo allenatore, ma lascia che a giocare siano soprattutto gli avversari. È stato così nel doppio confronto col Barcellona, ma anche il Sassuolo ha gestito la palla più dell'Inter, che sta riscoprendo il contropiede, un'arma poco utilizzata dall'Inzaghi nerazzurro.

È il gioco che meglio può valorizzare le qualità di Lukaku, anche oggi non convocato. Il centravanti è fuori squadra dal 26 agosto (Lazio-Inter), un'eternità. Ha segnato il suo unico gol a Lecce, dopo appena 2 minuti di campionato, poi nulla. Sia sul piano statistico sia su quello pratico, corpo quasi estraneo in un'Inter troppo differente da quella che aveva lasciato nell'anno dello scudetto. Non così questa, l'Inter restaurata da Inzaghi per sopravvivere, che sembra molto più adatta a Big Rom, il rinforzo d'estate, che finora ha alimentato solo ricordi e rimpianti, per qualcuno addirittura dubbi (un leasing da 10 milioni, con un quarto di stagione praticamente non giocato).

Qualche rotazione, ma senza esagerare. Non riposa certamente Lautaro Martinez, che al Camp Nou ha rotto il digiuno, così come fatto l'anno scorso proprio contro la Salernitana (sempre dopo 8 partite a secco). Un anno fa, l'Inter liquidò la Salernitana con un doppio 5-0, prima in trasferta e poi in casa (a San Siro: 3 gol Martinez, 2 Dzeko). Il Toro è il simbolo dell'Inter, il giocatore più forte e importante, decisivo anche quando non segna, ma ovviamente di un attaccante si contano soprattutto i gol. Una grana con l'ex procuratore Beto Yaque (assistito dall'avvocato Pier Filippo Capello, figlio di Fabio) che gli ha chiesto danni per 10 milioni presso il tribunale di Milano (prima udienza entro il 2022) e un'altra causa farà negli Emirati Arabi per la gestione dei diritti d'immagine, di certo non ha rasserenato le sue giornate. Nessun rischio però che queste cause possano fargli saltare il Mondiale. Rispetto a Barcellona, c'è Correa, che darà respiro a Martinez e Dzeko.

Potrebbe essere la domenica giusta per rivedere dall'inizio Gosens, rinfrancato dal gol al Barcellona. Dimarco è indubbiamente la migliore nota nerazzurra di questo scorcio di stagione, ma il tedesco può diventare importante anche in vista del mercato di gennaio.

Acerbi dovrebbe rilevare De Vrij e poi si tratta di capire quale medicina Inzaghi utilizzerà per Asllani, scosso per l'erroraccio finale al Camp Nou, che gli ha tolto il sonno e non solo quello: meglio rimetterlo subito in campo o fargli sbollire la delusione?

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