Calcio

Inter, il gruppo unito e il segreto nell'anima. Dal Lautaro leader alla "corsa" di Pavard

Il capitano parla di umiltà, Inzaghi di maturità: i nerazzurri hanno la consapevolezza della loro forza. E il francese che esulta entrando in campo col tutore immagine di una squadra compatta: altro che cene...

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L'umiltà, come dice Lautaro? L'unità del gruppo, come dimostra la corsa zoppa di Pavard per festeggiare il gol di Calhanoglu? La maturità acquisita in questi anni, con la quale Inzaghi spiega la capacità di reggere all'assalto atalantino? Qual è il segreto del primato dell'Inter? E ancora: c'è un segreto o è tutto già scritto ed evidente, l'Inter è la squadra d'Europa col migliore rendimento in trasferta, semplicemente perché è la squadra più forte in Italia?

Quesiti cui darà risposta il resto della stagione, anche se le premesse sono indubbiamente incoraggianti. Persino nei dettagli. Pavard è arrivato ieri, eppure è già totalmente nella squadra. È un ex campione del mondo, ha vinto la Champions, si è appena rotto il ginocchio, eppure corre a festeggiare in campo, zoppicando e col tutore. Questo significa gruppo, non una cena organizzata e soprattutto raccontata. Anche perché poi c'è il campo.

Brutto l'infortunio alla rotula sinistra di Pavard, ma probabilmente non bruttissimo. Risonanza solo oggi, ma forse i legamenti hanno tenuto. A fine anno potrebbe essere già in campo. Due mesi senza Pavard non saranno pochi, ma due mesi senza Lautaro sarebbero peggio. In difesa c'è Darmian, in attacco no. Anche a Bergamo, 12esimo gol del campionato, e che gol, l'argentino ha mostrato quanto è leader. Prima ha difeso, rincorso, lottato come un gregario, poi ha colpito come un campione. L'umiltà, dice lui. Di certo oggi il Toro è un giocatore consacrato.

L'Inter oggi piace molto ai suoi tifosi, che ne apprezzano anche l'anima. Eppure i frontmen nerazzurri non sono interisti. C'è Zanetti vicepresidente, certo, ma non è un frontman. Come dire che nel Milan c'è Baresi. Ma se uno pensa al Milan dell'ultimo scudetto, pensa a Maldini, che la squadra ha costruito. Zanetti e Baresi no, sono la storia più che il presente. Il presidente è un cinese diventato tifoso, che non vede una partita da 6 mesi. L'amministratore delegato un super professionista, che ha vinto ovunque, non solo a Torino. L'allenatore si è formato nella Lazio, che fra campo e panchina ha frequentato per più di vent'anni. Eppure l'Inter oggi ha cuore, ha un'anima. Innegabile.

Rispetto alla scorsa stagione, finora Inzaghi ha messo insieme 7 punti in più. Ha vinto 9 volte su 11, lasciando a Sassuolo e Bologna gli unici punti della stagione. Ha avuto un calendario più agevole in avvio, ma nelle ultime 2 partite, con la strada decisamente più in salita, ha battuto Roma e Atalanta. Domenica, c'è il Frosinone a San Siro, guai a distrarsi. Prossima trasferta, la Juventus dopo la sosta. E lì conterà doppio.

Prima però, mercoledì, c'è un'altra tappa importante, che potrebbe già dare la qualificazione agli ottavi di Champions, anche se l'obiettivo vero, resta vincere il girone, per ambire a un sorteggio più morbido. A Salisburgo, Inzaghi farà ovviamente qualche cambio.

Cercando di confermare l'anima.

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