Inter kappaò e record La Signora omicidi sogna il delitto perfetto

Obbiettivo Juve: farsi un regalo per i 115 anni del club beffando Strama & C. e centrando il 50° risultato utile

La Signora omicidi ha il colpo in canna. La pistola è fumante dopo 49 gare senza sconfitte. C'è tutto per compiere il delitto perfetto, cioè ipotecare il bis scudetto. Prima di tutto c'è la vittima che poi non è altro che la rivale di sempre. Infatti domani sera sulla scena ideale del crimine, il fortino dello Juventus Stadium, c'è l'Inter, la prima inseguitrice della capolista.
E poi ci sono i numeri. Come il record con cui la Vecchia Signora ieri ha festeggiato i 115 anni. Nei tornei a venti squadre mai nessuno era riuscito a fare 28 punti in dieci giornate. Nemmeno la formidabile Juve del Capello secondo, poi spazzata via da Calciopoli. Quella squadra si era fermata un punto sotto perdendo al decimo colpo contro il Milan. Invece Conte è andato oltre con nove vittorie e un pareggio.
Bottino frutto di un modus operandi infallibile e spietato, il 3-5-2. A cambiare sono solo gli esecutori, dodici cecchini già a segno, e gli interpreti. Perché Conte si sta rivelando perfetto alchimista nel gestire il tour de force tra campionato e Champions.

Non ha mai usato la stessa formazione in serie A: dieci gare, dieci squadre diverse. Ha già utilizzato tutti i giocatori a disposizione (manca solo l'infortunato Pepe), con minutaggi significativi per almeno diciotto giocatori (il solo Lucio segna un'unica presenza: non è contento del suo (parziale) utilizzo e avrebbe già manifestato la voglia di andarsene). Un turnover “ragionato”, esagerato solo nella settimana dell'esordio in Champions col Chelsea, e alla vigilia proprio della sfida con l'Inter. Se prima dei blues contro il Genoa la Juve aveva tanto sofferto, nelle ultime due gare non è stato così. Tra Catania e Bologna due tiri in porta subiti: uno, quello di Bergessio, vanificato da un colossale pasticcio arbitrale, l'altro, il gol di Taider, gentile concessione di uno svarione di De Ceglie. Per il resto buone prestazioni con almeno venticinque conclusioni e il portiere avversario migliore in campo. La Juventus non ha chiuso le gare però ha scoperto di aver clamorosamente aumentato le frecce del suo arco. Forse esagerate per questa serie A. Un esempio su tutti: Vidal è decisivo a Catania, Pogba prende il suo posto e giustizia il Bologna.

Cambiando tanto però si finisce per pagare qualcosa. Questa Juve vince tanto, ma non convince mai fino in fondo. Non è famelica come lo scorso anno, la manovra è fluida solo a tratti. Sembra stanca, poi scorri le statistiche e scopri che schianta gli avversari quasi sempre quando scade l'ora di gioco: il cinquanta per cento dei suoi gol li ha segnati negli ultimi trenta minuti. Proprio quando Conte mette mano in corsa coi cambi, sempre all'altezza. Certo poi ci sono anche in bianconero quelli che Mazzarri chiama i “titolarissimi” (i primi undici per minutaggio). La formazione schierata a Udine, contro il Chelsea e col Napoli (escluso l'ammalato Vucinic), per capirci. Probabilmente saranno loro domani sera i prescelti per provare a “liquidare” anche l'Inter.
È un crocevia importante, lo sa Andrea Agnelli che ieri è andato all'allenamento. Lo fa per le grandi occasioni: ieri era il compleanno del club da festeggiare con un record straordinario ma soprattutto era la vigilia del derby d'Italia. Vale un pezzo di campionato, vale l'imbattibilità cioè le nozze d'oro della Signora: cinquanta gare senza sconfitte. Sembra di essere tornati all'egemonia pre-calciopoli.

Non sarà facile perché i nerazzurri di Stramaccioni crescono, fiutano l'occasione e ci credono: espugnare per la prima volta la nuova casa bianconera e chiudere l'imbattibilità di Buffon e soci. Insomma mettere fine al dominio della rivale. La posta in palio non è roba da turnover, Conte prepara la Juventus col vestito migliore per il delitto perfetto.

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