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Inter, maledizione continua Nagatomo scaccia la paura

Contro il Kazan rischia un'altra sconfitta. Sotto due volte, pareggia al 90'. Handanovic para un rigor, rimediano il giovane Livaja e il giapponese

Inter, maledizione continua Nagatomo scaccia la paura

MilanoUn po' di qui, un po' di la, si è visto qualcosa di buono solo quando giocavano stretti e magari a qualcuno riusciva anche il primo dribbling. L'Inter prigioniera di San Siro, prigioniera come il Milan, in due 3 punti in otto sfide, trofeo Berlusconi compreso, era andata sotto per merito di Jonathan dopo un quarto d'ora circa, palla nel vertice sinistro della difesa fra i piedi di Karadeniz, arriva il brasiliano e lo stende senza pietà. Palla neppure sfiorata, rigore sacrosanto. Sul dischetto Natcho, tiro centrale, Handanovic respinge, Ryazantsev precede Ranocchia e Samuel, disastro.

Il Rubin fino a quel momento aveva giocato meglio, quasi una squadra ordinata che dava lezione. Strama davanti era un po' leggerino, i russi hanno pensato che la cosa migliore fosse coprirsi e sono scaduti. Sempre almeno in otto dietro alla palla, spazi ristretti, corpo a corpo, hanno anche iniziato a arrotare le caviglie di chi si precipitava in avanti e l'attacco dell'Inter rimbalzava contro Cesar Navas e soci. Eppure non era cambiato niente, era la partita che Stramaccioni sapeva di dover fare, loro coperti e pronti a rilanciare su Rondon o Eremenko, l'Inter alla ricerca del guizzo di Cassano o eventualmente di Coutinho, Livaja a servizio. Ma le cose si erano messe male, i colpi di nuca di Cambiasso e i campanili di Ranocchia non dicevano niente di buono, il solito sbattimento di Nagatomo, Jonathan sempre più inguardabile con il passare dei minuti. Non faceva a tempo a toccare la palla che San Siro si alzava in piedi e chiedeva di darlo in pasto ai leoni. Il ragazzo ne ha risentito nel morale e nella gamba, quando Coutinho in uno dei rari salom condotti a buon fine gli ha recapitato al limite dell'area piccola un pallone colorato, il brasiliano si è addormentato senza ritegno e senza sfruttare la grande occasione per il riscatto. Quelli del Kazan gli sono volati addosso, lui li ha centrati in pieno, palla che resta in area con Cassano lesto a rimetterla in mezzo dove Livaja in ottima elevazione non ha trovato la porta.

Palle ne perde, ma se ti diverti è su una invenzione di Cassano, capace di trovare varchi anche nei giorni di mercato: la palla in area a Cambiasso che origina l'1-1 è qualcosa di bucolico. Si era a pochi minuti dall'intervallo, Cambiasso tutto spostato a destra ha eluso l'intervento di Ryzhikov, ha cercato la linea di fondo e ha scodellato in mezzo dove Livaja, in mezzo a tre, ha messo in rete. Sull'1-1 il Rubin è tornato fuori, il palo di Ryazantsev a sinistra di Handanovic non è stato l'unico pericolo. Nell'intervallo Stramaccioni ha risparmiato i leoni, ha tolto il brasiliano confuso e ha schierato Zanetti a destra, messo in mezzo al campo Guarin e l'Inter è diventata più squadra. Di poco, ma ha dato l'idea di essere in campo dopo 45' minuti annoianti di riscaldamento.

Quando è andata nuovamente sotto però nessuno ha pensato alla maledizione di San Siro, ma a qualcosa di più serio.

Cambiare continuamente la coppia di centrali non è il massimo della resistenza, i gol adesso sono dieci in quattro gare, sette realizzati da squadre ritenute non di vertice come l'Hajduk, il Vaslui e il Rubin, e ieri senza il bimbo croato e il giapponese era un altro pianto. Se questa Europa del giovedì è un fastidio, basta toglierlo.

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