Inter nelle mani di Padelli Il leader silenzioso di Conte

Handanovic prova a esserci per il derby, ma senza rischiare Anche perché il secondo si è fatto trovare pronto a Udine

Inter nelle mani di Padelli Il leader silenzioso di Conte

L'Inter è nelle sue mani, è proprio il caso di dirlo. Dopo una vita da dodicesimo all'ombra di Handanovic, ora tocca a Daniele Padelli difendere i pali nerazzurri. Domenica al Friuli ha risposto presente, mantenendo inviolata la propria porta. Non chiamatelo riserva come tiene a precisare il suo agente Silvano Martina, lo stesso di un certo Gigi Buffon: "Daniele è un ottimo portiere, non stiamo mica parlando di un debuttante o di uno che viene dall'Interregionale. Padelli ha 150 presenze in Serie A alle spalle. Se all'Inter non ha mai giocato, è soltanto perché davanti ha trovato un campione come Handanovic". Eh già, proprio il cannibale Samir, che fa fatica a sedersi in panca anche in Coppa, gli ha lasciato finora le briciole. Due apparizioni in Coppa Italia in 3 anni prima del debutto interista in A contro l'Udinese.

Il sogno di una vita per Padelli, cuore nerazzurro da bambino e cresciuto con il poster di Gianluca Pagliuca in camera. Proprio il suo amore per l'Inter l'ha portato tre anni fa a dire no all'offerta di rinnovo da parte del Torino (dove giocava titolare) per sbarcare a Milano come vice Handanovic. Una scelta di cuore.

A volerlo Luciano Spalletti, al quale - si sussurra - sia stato caldeggiato dal preparatore dei portieri Bonaiuti e dallo stesso Handanovic. I due, infatti, avevano condiviso la porta a Udine nella stagione 2011/12 culminata con uno storico terzo posto. Anche all'epoca le gerarchie erano le stesse: Handa titolare e Padelli suo scudiero fidato. L'etichetta di riserva non pesa affatto, però, all'estremo difensore di Merate. Uno che ama poco la ribalta dei riflettori e preferisce far parlare il campo. Il classico leader silenzioso, molto apprezzato da tutti i compagni nello spogliatoio.

Tanto che lo stesso Antonio Conte nei giorni scorsi ha messo il veto al ritorno di Radu, che avrebbe scombinato le gerarchie tra i pali retrocedendo Padelli da secondo a terzo portiere. D'altronde il tecnico salentino lo conosce bene per averlo convocato 10 volte in nazionale. Mai una polemica da parte di Padelli, anche quando ha vissuto da spettatore le gare di Coppa Italia in cui sembrava scontata la sua presenza da titolare. Ora, complice l'infortunio occorso alla mano sinistra a capitan Handanovic, è arrivato il suo momento. Nel derby contro il Milan - salvo recupero lampo del collega sloveno - potrebbe essere ancora titolare e non è escluso che possa restare tra i pali anche per le decisive sfide di Coppa Italia col Napoli e all'Olimpico contro la Lazio. Un crocevia determinante per le sorti dell'annata nerazzurra. Da panchinaro a pilastro, questa la parabola che Padelli si appresta a vivere con la 27 sulle spalle.

Non il classico 12 ma un

numero particolare per un portiere. Una scelta per la famiglia: il 20 infatti è il giorno delle nozze con l'amata Claudia, mentre il 7 è nato il figlio Diego. Anche in questo Padelli si conferma il ragazzo della porta accanto.

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