Inter con il passo del gambero Tre schiaffi per una vera crisi

Il Siena schianta i nerazzurri sul piano della corsa e del collettivo. In tredici gare raccolti 17 punti: ritmo salvezza, altro che Champions

Inter con il passo del gambero Tre schiaffi per una vera crisi

«Una brutta sconfitta che fa rabbia». L'ha detto Stramaccioni.
L'Inter le ha prese e anche meritatamente, è scesa nervosa, il Siena gli ha ronzato sulla testa e l'ha messa sull'orlo della voragine, una spinta di Chivu ed è precipitata.
Un 2013 partito male male, prende gol, 13 reti in sette gare compresa la coppa Italia, vince poco, due volte, perde spesso, 3 sconfitte e un solo punto nelle ultime 6 trasferte. Il Siena non l'aveva mai battuta in otto precedenti, primo gol in serie A dello svizzero Emeghara all'esordio in campionato.
La mancanza di una punta centrale vera è la prima cosa che viene in mente.
Mette tristezza ma ci sono anche delle attenuanti. L'1-0 di Emeghara è in fuori gioco, al 7' Angelo su Nagatomo e al 33' Belmonte su Cassano sempre in area, sono due interventi border line, solo tre rigori a favore finora, la più penalizzata del lotto delle possibili pretendenti all'Europa. Cassano ha preso una traversa al quarto d'ora della ripresa, quinto legno dell'anno. Finite. Valgono zero, una colonna da riempire con dei numeri. Il Siena l'ha battuta sulla corsa, nel numero dei contrasti vinti, nei singolo duelli, nel collettivo. L'Inter ha solo il possesso palla, una percentuale che fino a ieri era brodo per conigli e a Moratti fa pena: l'Inter di Herrera, ha detto il presidente, la teneva un quarto d'ora e faceva il gol della vittoria. Se vale un commento: tanta Inter, poca roba.
Per fortuna Strama non ha detto che l'Inter ha affrontato la squadra più in forma del campionato, come dopo Udine, poi Bologna e Torino a San Siro. Però ha detto che è sempre a meno tre dalla Champions, una notizia che fa male perché dopo il 3-1 contro i campioni d'Italia a Torino, 17 punti in 13 gare di campionato valgono per la salvezza.
Ieri ha cercato di partire forte, buona spinta di Nagatomo, Cassano punta e suola, cannonate di Guarin, poi al decimo lo svizzero di origini nigeriane Innocent Emeghara, in prestito dai francesi del Lorient, è schizzato sulla destra della difesa interista e si è fatto cinquanta metri palla al piede senza vedere Rosina libero in mezzo all'area. Schelotto? C'era, ma non c'era. Neanche dieci minuti dopo quando Rubin ha fatto la medesima cosa e ha centrato per la correzione di Emeghara che all'esordio ha fatto subito gol. E non era un'improvvisata perché nella partitella infrasettimanale aveva messo dentro una tripletta, tanto che Iachini, sorpresissimo, l'ha messo dentro rivoluzionando completamente la linea offensiva, fuori Bogdani e Reginaldo, dentro la littorina svizzera che ha messo a soqquadro tutto, ridotto l'Inter ai minimi termini e in dieci, quando Chivu si è buttato come una tinca fra le sue gambe all'altezza del dischetto del rigore. L'Inter era già sotto 2-1 ma a quel punto era game over, Rosina ha mandato Handanovic da una parte e la palla dall'altra. Non c'era in campo un solo interista con la gamba per ribaltare la situazione, Kovacic era già dentro per Schelotto, solo le sabonge di Guarin potevano illudere qualcuno. Neanche quelle. Con il trascorrere dei minuti anche il colombiano è sceso sulla terra, calciava in porta ma prendeva oggetti vari sparsi in curva.
Forse Zanetti e fratelli si aspettavano il crollo fisico di Sestu e Rosina che tenevano un ritmo da calcio a cinque. Adesso crollano, adesso crollano, e invece al 26' ancora Sestu in contropiede ha messo i brividi a Ranocchia e Juan Jesus, imprendibile, un figurone come Cerci a San Siro. Basta correre. Individualmente non sono lenti ma collettivamente sono dei bradipi, la difesa dell'Inter viene infilata troppo facilmente in velocità, sui contropiede crolla, e Kuzmanovic davanti ai tre per fare argine, dopo un po' è andato fuori posizione.

Del resto sul 3-1 e Chivu espulso, l'Inter era un'altra, difesa a quattro con Nagatomo tornato a sinistra e Zanetti a destra, in mezzo solo Kuzmanovic poi Kovacic e Guarin dietro Cassano e Palacio. Il Siena con la bava alla bocca e una voglia dieci volte superiore, se l'è mangiata.

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