Chi si fa precedere da soffiate e telecamere non è a caccia di un affare. La regola vale anche per la cena di giovedì sera ad Arcore, dove ospite del presidente Silvio Berlusconi si è presentato l'imprenditore di Hong Kong Richard Lee, già segnalato a San Siro per assistere a Milan-Fiorentina, accompagnato dall'agente portoghese Mendez. All'agenzia Ansa, redazione di Roma, dettata dall'ufficio di presidenza di Forza Italia, è giunta ieri una nota che cestina il dibattito sull'argomento: «Né il Milan né il calcio sono stati argomenti al centro dell'incontro ma si è discusso di Villa Gernetto, a Lesmo, sede dell'università del pensiero liberale, da inserire in un progetto asiatico» la precisazione. Chi invece va a caccia di un pomeriggio di gloria e si fa invece scortare dal meglio della rosa recuperata (assenti solo Montolivo da rivedere contro la Samp, Honda per una distorsione alla caviglia, Essien per acciacco autentico e Muntari per la rottura dei rapporti con il tecnico), è Pippo Inzaghi cui è bastato un successo, nemmeno così facile come dettato dal 3 a 1 sul Cagliari, per prendere cappello, tirare fuori qualche argomento che ha il sapore dolciastro della excusatio non petita ("non cerco scuse, ma con la rosa al completo eravamo quasi terzi, adesso posso far entrare dalla panchina pedine importanti ") e riprendere colorito, facendo le pulci qui e là per difendere Menez ("che ha fatto la migliore stagione della carriera giocando da centravanti"), oppure per mostrarsi sinceramente dispiaciuto dall'assenza di Honda ("qui è stato sottovalutato"), infine per smentire il riferimento a Mancini accreditando quello a Garcia ("ho detto che altri allenatori anche stranieri sono stati in difficoltà .,non solo io"). Di sicuro né Pippo, tanto meno la squadra partita ieri pomeriggio per Palermo, risultano turbati dalla ridda di voci che si rincorrono sul futuro societario del club. «Con Berlusconi e Galliani siamo in una botte di ferro» è la sua risposta sul tema. Perciò meglio dedicarsi al Palermo che nel suo stadio ha macinato successi a ripetizione ("ha perso il Napoli e persino la Juve ha faticato") tendenza che contrasta con quella tradita dal suo Milan al minimo storico quanto a successi fuori casa: appena due e l'ultimo datato 19 ottobre 2014 a Verona. «Dobbiamo invertire la tendenza, affrontiamo dieci finali, dobbiamo giocarle da Milan, voglio rivedere lo stesso spirito ammirato a Firenze dove non meritavamo di perdere» le raccomandazioni al suo gruppo che da ieri ha perso ufficialmente una pedina per il centrocampo dove pure non c'è un gran numero a disposizione. Muntari, per voce del suo agente Federico Pastorello, ha declinato l'invito a partire per Palermo avendo capito di non far parte del progetto tecnico futuro.
Decisione presa, ha aggiunto l'agente, con il club: si tratta di una rescissione consensuale anticipata (il Milan risparmia un anno di stipendio). A Muntari è stato addebitato il rigore provocato a Verona e perciò messo in disparte da Inzaghi. Mirati i ritocchi allo schieramento, al massimo un paio: il ritorno di Bonaventura, Cerci al posto del giapponese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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