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Inzaghi, non è solo colpa della confusione. Il tecnico è anche "vittima" di Lukaku

Cambi sbagliati e assenze ma il belga fa fatica e complica il gioco

Inzaghi, non è solo colpa della confusione. Il tecnico è anche "vittima" di Lukaku

Milano. Simone Inzaghi ha una settimana per riprendersi l'Inter, che in questo scorcio finale d'estate sembra essergli sfuggita di mano. Il derby come notte della verità, sabato prossimo. Nel mezzo, martedì in un San Siro un'altra volta verso il tutto esaurito, la spigolosa Cremonese, che - c'è da scommetterlo - non si presenterà rassegnata. Il tutto con gli ultimi giorni di mercato sullo sfondo: se non ci sono particolari dubbi sull'arrivo di Acerbi, solo giovedì sera sapremo se Zhang sarà davvero riuscito a resistere alla tentazione di fare immediatamente cassa. La sconfitta di Roma potrebbe fare danni anche in questo senso.

Il tifo nerazzurro, via social, ha scelto l'allenatore come primo responsabile del difficile momento nerazzurro e visto il modo in cui l'Inter ha perso a Roma è davvero difficile andare contro il sentimento popolare. La scelta di snaturarsi, rinunciando a Calhanoglu per provare a limitare Milinkovic-Savic con Gagliardini, non è stata capita né apprezzata. Chissà se lo stesso Inzaghi la rifarebbe. Di certo, il rimpianto espresso a caldo, per il gol sbagliato da Dumfries un istante dopo il pareggio di Martinez, più che un'analisi aveva il sapore dell'alibi: a parte quei 5 minuti in avvio di ripresa, l'Inter ha subito la Lazio per tutta la sera, perdendo nel momento in cui Sarri ha messo in campo la classe di Luis Alberto (più Pedro) e l'Inter non ha saputo reagire, anzi: l'impressione netta è che con le sue sostituzioni, Inzaghi abbia una volta di più peggiorato la situazione, anziché migliorarla.

Sul piano tecnico, in questo momento i principali problemi dell'Inter sono 2: il vuoto lasciato da Perisic e l'inserimento di Lukaku, ancora lontanissimo dall'essere completato. Il centravanti belga è palesemente fuori forma, ma soprattutto è ancora un corpo estraneo nella squadra. Sabato, Inzaghi è partito con 10 giocatori dello scorso anno, più Lukaku. Ma nemmeno questo è servito. Troppe volte il centravanti si trova a giocare spalle alla porta, non il massimo per uno con le sue caratteristiche, delicatezza dei piedi compresa. Lukaku ha bisogno di spazi in cui scatenare la sua potenza, non di lanci lunghi che lo pescano già al limite dell'area. Conte è stato l'unico a capirlo, Tuchel al Chelsea non se ne è preoccupato, Inzaghi sta cercando di forzare se stesso, cambiando l'Inter della scorsa stagione, ma non ancora nel modo che serve affinché Lukaku possa scatenare sul campo i suoi cavalli.

Se questo è un problema cui col tempo si può rimediare, il vuoto lasciato da Perisic, a fine agosto già sembra incolmabile. Dimarco quelle caratteristiche non le ha, gli mancano i chili e i centimetri. Ha un gran bel piede, ma angoli e punizioni non bastano per fare la differenza. Il titolare dovrebbe essere Gosens, ma il tedesco non riesce a ritrovarsi.

Più che fisico il problema sembra psicologico, una grana cui Inzaghi non ha armi per porre rimedio: Gosens dovrebbe giocare tanto, Inzaghi non può permettersi di aspettarlo.

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