Inzaghi: "Vorrei l'8 in pagella a fine stagione"

Inzaghi non accetta critiche: "Il mio Milan ha perso una sola volta, contro la Juve..."

L'allenatore del Milan, Pippo Inzaghi
L'allenatore del Milan, Pippo Inzaghi

MilanelloDi quà le lodi e i voti alti di Berlusconi, di là le severe censure della critica. E in mezzo Pippo Inzaghi e il suo Milan ancora indecifrabile, alle prese con un terzo posto forse inatteso e raggiungibile ancora stasera solo in caso di successo sul Palermo. Non si fida molto dei primi («il presidente è benevolo nei miei confronti, vorrei un 8 a fine campionato»), comincia ad avere l'allergia per le seconde («abbiamo perso una sola volta, contro la Juve, leggo che ci sono dei problemi, qualcosa non mi torna»). Perciò masticando amaro, alla fine, si vede costretto ad ammettere uno scenario molto più aderente alla realtà: «A Cagliari abbiamo prodotto poco come sostiene il presidente, forse perché siamo abituati a realizzare tre gol a partita. Abbiamo tradito un calo fisico, prevedibile al cospetto di Zeman, ritroveremo lo smalto. Siamo al sesto risultato utile consecutivo, niente viene per caso». Sembra una difesa accorata del cammino dei suoi ed è invece forse solo un modo astuto per preparare l'assedio di stasera ai siciliani. Che non può tener conto certo dello sfogo della famiglia Pazzini, ridimensionato da società e tecnico: «È stato il primo a chiamarmi, caso chiuso subito, quando sarà tempo Pazzini giocherà, non gli darò il contentino, perché sarebbe come prenderlo in giro», la spiegazione di Inzaghi, costretto, in attacco, a una esclusione eccellente ogni volta.

A Cagliari toccò a Menez, col Palermo può toccare a El Shaarawy perché su un punto Inzaghi ha maturato convinzioni di cemento armato: il suo Milan non è ancora pronto per adottare, dall'inizio, il sistema offensivo caro al presidente, il 4-2-3-1: «Lo abbiamo fatto e possiamo ripeterlo durante la partita». Di qui allora la scelta di puntare con decisione su un nuovo trio d'attacco per piegare la resistenza del Palermo, mossa che prevede la presenza di Menez al fianco di Torres e dell'inamovibile Honda. Sacrificato in questo caso El Shaarawy, poco brillante a Cagliari e alla ricerca eccessiva del gol per recuperare auto-stima e sicurezze che sembrano perdute irrimediabilmente.

Per prepararsi all'eventuale cambio in corsa, può risultare strategica la presenza a metà campo, al posto dello squalificato Muntari, di Riccardo Saponara, tornato dopo due mesi alla migliore salute fisica e battezzato come alternativa a Bonaventura, assente per i postumi del colpo in testa ricevuto mercoledì. Garantito, questa volta, il ritorno in porta di Diego Lopez: ripristinata così la gerarchia resa nota in estate. Abbiati, che accettò la panchina, non è il tipo da prendersela. El Shaarawy invece sì.

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