Sport

"Io, 2 metri e 135 chili ho "tradito" papà che mi voleva sprinter"

Leonardo Fabbri è l'azzurro prodigio del lancio del peso. Record italiano indoor (21,59), insegue il mito Andrei

"Io, 2 metri e 135 chili ho "tradito" papà che mi voleva sprinter"

Il peso della storia. In questo 2020 Leonardo Fabbri, 23enne fiorentino dell'Aeronautica, è entrato nei libri dei record di specialità con la stessa poderosa forza con la quale scaglia il suo attrezzo. Lo ha fatto per ben due volte: prima a febbraio a Stoccolma, migliorando con 21,59 metri il primato italiano indoor nel getto del peso dell'olimpionico di Los Angeles, Alessandro Andrei. E poi a fine agosto agli Assoluti, sparando il peso a uno strabordante 21.99, il miglior lancio che si ricordi in Italia dalla storica serata di Viareggio del 1987, quando lo stesso Andrei fissò l'allora record del mondo (22,91). «E adesso? Nulla, si riparte come non fosse successo niente», sintetizza Fabbrino, suo soprannome e diminutivo che contrasta con la stazza (è alto 2 metri per 135 kg) di questo fiorentino con la faccia da bravo ragazzo con un passato da sprinter.

Fabbri, è così?

«Sì, esatto. La prima gara che ho vinto sono stati i 50 metri. Ho iniziato prestissimo con l'atletica, già a sei anni mio papà Fabio (10.9 di personale sui 100 metri, ndr) mi portava al campo. Era stracontento di avere un figlio velocista. Poi sono cresciuto e non potevo fare altro che lanciare».

Per cui è stata la sua fortuna.

«Sì e ora i migliori al mondo, cioè i primi 4 di Doha, non sono lontani. E poi loro hanno ormai raggiunto i 28 anni, che è l'età del massimo sviluppo per un pesista. Io ne ho ancora 23. C'è tempo per migliorare, certo non mi aspettavo già adesso di arrivare ad un centimetro dai 22 metri».

Come è riuscito a mantenere la forma dopo il lockdown?

«In quarantena mi sono tenuto in forma anche se non potevo lanciare. I primi due mesi sono stati difficili perché scalpitavo per gareggiare, sapendo già di valere una misura oltre i 21,59 m. Mi allenavo a distanza in videochiamata con Paolo».

Paolo è Dal Soglio, il suo tecnico dal 2018 ed ex campione europeo indoor nel '96.

«Paolo l'ho visto solo una volta gareggiare ma ero piccino. Per questo, ho recuperato guardando i video delle due gare su youtube e ho capito che lui era l'unica persona che poteva seguirmi. Grazie a lui ho svoltato».

Il Golden Gala sarà l'appuntamento clou.

«Sì e ci tengo. Ho fatto spostare la mia gara in un orario in cui ci sia la diretta tv. Mi fa piacere che l'evento venga trasmesso su Rai 2, è una bella vetrina per noi azzurri. Adesso tocca a noi fare risultati, non dobbiamo accontentarci».

Tokyo è un obiettivo o un sogno?

«Il mio obiettivo sono le Olimpiadi di Parigi 2024, per età dovrei raggiungere il top lì. Stiamo lavorando principalmente per quello, anche se con le misure ottenute fin qui si può pensare a una finale a Tokyo, che è l'obiettivo minimo, mentre per la medaglia c'è gente più pronta di me. Ma da qua a un anno quello che so è che posso andare molto lontano. Ho solo bisogno di allenarmi».

Ha avuto modo di conoscere il suo concittadino Andrei?

«No, anzi colgo l'occasione per invitarlo, magari ad una cena. Spero di incontrarlo presto».

Lei è un super tifoso della Fiorentina...

«Sì, da sempre ho la Viola nel cuore, pure la mia fidanzata bobbista, Giulia Chenet. Non vedo l'ora di tornare al Franchi, anche se spero che arrivi il nuovo stadio voluto da Comisso. Mi piace l'entusiasmo con cui è arrivato alla Fiorentina, da cui ho ricevuto pure i complimenti. Ho apprezzato. Se devo dire un calciatore a cui tengo non ce n'è uno in particolare: troppi quelli che in questi anni vanno dietro ai soldi e non pensano alla maglia.

Per questo sono affezionato più alla Fiorentina».

Commenti