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Ipotesi falso in bilancio, il tempismo dei pm

Dybala testimone. L'argentino in procura subito dopo la rottura per il rinnovo

Ipotesi falso in bilancio, il tempismo dei pm

Prima il secondo round di perquisizioni, ora la sfilata in procura che coinvolge i calciatori. L'inchiesta dei magistrati torinesi che indagano sulla Juve per falso in bilancio colpisce per tempismo con la convocazione, come persona informata sui fatti, di Paulo Dybala. Nel pieno delle polemiche per la rottura tra la Juve e l'attaccante argentino, i pm torinesi Marco Gianoglio, Ciro Santoriello e Mario Bendoni hanno scelto proprio lui come primo calciatore chiamato a testimoniare per raccontare la sua versione su quelle scritture private risalenti al marzo del 2020, quando la Juventus annunciò che i suoi tesserati avrebbero rinunciato a quattro mesi di stipendio per venire incontro al club fermato dall'epidemia di Covid-19.


E dopo aver puntato sulle plusvalenze, senza che siano uscite ulteriori novità negli ultimi quattro mesi, adesso le toghe piemontesi sembrano cambiar rotta nel secondo tempo dell'indagine, per concentrarsi proprio su quel beau geste, che sarebbe nato in seguito a una mediazione tra il capitano Giorgio Chiellini e il presidente Andrea Agnelli in quella primavera di pandemia. Il teorema dei pm è che, dopo aver alleggerito il bilancio della Juve di circa 90 milioni di euro grazie al «gesto di responsabilità» di calciatori e allenatore, i tesserati avrebbero in realtà incassato almeno tre di quelle quattro mensilità, pagate dal club senza però che i vertici della società facessero risultare l'integrazione ai compensi versata, falsando il tal modo il bilancio. A provare il tutto ci sarebbero le scritture private che le toghe avrebbero recuperato due giorni fa nel giro di perquisizioni negli studi legali che assistono i calciatori.


Documenti che dovrebbero confermare il risparmio solo sulla carta di quelle mensilità, e dimostrare l'ulteriore assunto dei pm: ossia che il club bianconero avrebbe scientemente regolato i rapporti con i suoi tesserati usando a garanzia scritture private da distruggere una volta conclusi gli affari.
Sulla questione stipendi-Covid, il peso maggiore era quello delle mensilità di CR7, che valevano oltre 10 milioni di euro.

Ma, come detto, le toghe hanno scelto di chiamare per primo un nome già sotto i riflettori per altri motivi: Dybala, che ieri avrebbe dovuto tornare al training center bianconero della Continassa per il primo allenamento dopo la rottura e che invece è finito dirottato in procura.

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