Italbasket in finale, Giochi (quasi) fatti

Gli azzurri piegano il Messico e se oggi battono la Croazia vanno a Rio

Italbasket in finale, Giochi (quasi) fatti

Quando saltano i tappi di spumante nella terra giusta l'Italia del basket chiede al Messico, battuto 79-54 di lasciarla libera: stasera si giocherà il posto alle Olimpiadi contro la Croazia che ha stordito e punito la presunzione dei greci, avversari che facevano più paura della squadra di Aza Petrovic. La notte del gallo Gallinari, ma, soprattutto, di Nicolo Melli (14 p. 6 rimbalzi) che garantisce a tutti gli assi celebrati di Azzurra uno scudo, un aiuto, una ispirazione per vincere. Il Messico ci tiene un po' sulle nuvole, ma la testa è già alla finale di stasera contro la Croazia, l'unica partita che conta, che serve, che ci porterà a Rio se riusciremo a vincerla.

Capiamo i giovanotti di Azzurra vezzeggiati da chi racconta loro tante bugie, veri imbonitori da mercatino delle pulci, anche adesso che molti di loro non hanno gambe e la testa sul mortaio. Per fortuna l'ammiraglio in plancia, l'Ettore Messina a cui piace il cielo stellato, ma sa anche uscire dalle navigazioni con tante nuvole, tiene tutti svegli, non perdona. L'atmosfera da partite invisibili, come nella bella mostra torinese di Finazzer, diverte la gente, Torna a cantare per tutti il Gallo che deve odiare davvero questi palloni del preolimpico: 15 punti in 20', quelli chiusi dall'Italia sul 38-28, dominando a rimbalzo (21-10), prendendo il nettare dal Nicolò Melli che la Germania e Trinchieri ci hanno restituito più maturo, completo, disposto anche al gregariato senza le angosce che lo limitavano a Milano, ma nessuno si è mai chiesto il motivo per cui qualcuno si sentiva soffocare fra tanti scorpioni.

Quando Messina ritrova Belinelli, il suo capitano Alatriste, le nuvole spariscono, l'Italia scappa per la vittoria e comincia a pensare soltanto alla rivincita con la Croazia che nel forno pomeridiano ha cotto (66-61) la presunzione dei greci, anche se Aza Petrovic ha davvero una squadra con la miccia corta perché, come è accaduto con l'Italia martedì scorso, si è trovata senza luce e ossigeno, dopo aver comandato 31-13, 44-34, andando sotto nel terzo quarto, salvo poi trovare il ventre molle della Grecia con Saric(16) e il solito Bogdanovic (20).

Un 'impresa pensando alla figuraccia nell'ultimo europeo e allora mettiamoci l'elmetto perché non avendo gambe fresche servirà un Italia dura in difesa e capace di pensare, non capricciosa, come nel terzo quarto dove i messicani si erano riavvicinati, fino a quando Melli ha cantato al ritmo del flauto di Belinelli e al terzo intervallo la pratica era chiusa (58-41). Testa nell'acqua fredda perché stasera servirà una squadra senza memoria.

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