Un tour de force di otto mesi, sempre che - come non ci auguriamo - non serva un supplemento di energie con i playoff. L'effetto pandemia da Covid ha riscritto anche il calendario delle nazionali, provocando lo strano incrocio tra Europei e cammino verso il Mondiale. Con il felice passaggio intermedio della Final Four di Nations League che ospiteremo a Milano e Torino. Così tra oggi e il 15 novembre l'Italia potrebbe giocare fino a 19 tra gare ufficiali e amichevoli. Un tour de force, appunto, con la prima tappa stasera a Parma - dove al teatro Regio è stata celebrata la maglia azzurra dal presidente Figc Gravina e dalle vecchie glorie Pagliuca e Zola - contro l'Irlanda del Nord, un nome che rievoca il Mondiale mancato del 1958. Dopo 127 giorni e la vittoria in Bosnia si riaccendono i motori della macchina di Roberto Mancini, il cui pensiero, trattandosi di qualificazioni iridate, corre velocemente all'ultima, conclusa nell'infausto novembre 2017 con un altro pass mancato.
Il gruppo allargato del Mancio ha già perso due pedine (dopo Cristante, ieri è tornato a casa Kean affaticato). Restano in 36 e al netto di qualche assente già sicuro del posto - vedi Jorginho -, iniziano stasera anche le audizioni per i pochissimi posti liberi - due o tre al massimo tra il terzo portiere, un esterno e un centrocampista (in attesa del lungodegente Zaniolo che rientrerà ad aprile) - per l'Europeo. Ma chi sarà fuori dalla lista a giugno, potrà giocarsi comunque le sue chance per il Mondiale del 2022. E la crescita esponenziale degli under 25 azzurri fa guardare con fiducia al doppio appuntamento. «La cosa più bella che ho visto in questi due anni abbondanti è stato che siamo tutti intercambiabili - ha sottolineato Chiellini, stasera al gettone 106 in azzurro -. La squadra ha sempre fatto bene nonostante le assenze, vuol dire che c'è un'idea di fondo comune che è stata assimilata».
Mai più senza Mondiali, il refrain ripetuto a Coverciano. Visti i risultati dell'era Mancini (18 delle 27 gare totali vinte e due sole sconfitte, l'ultima nel settembre 2018), difficile pensare a un infausto bis. Tanto più che l'Italia vuole essere protagonista già all'Europeo. In Qatar andrà diretta la prima classificata del girone e, a differenza di quanto accadde nel 2017 - quando con noi c'era la Spagna -, dovremo sfruttare il vantaggio di essere testa di serie.
«In Nazionale c'è sempre un ambiente magico - così Mancini - Ma quella con l'Irlanda del Nord è la gara più delicata perchè è la prima del girone e arriva dopo tanti mesi dall'ultima, e perché è l'avversaria più insidiosa delle tre di marzo». Out Jorginho, a centrocampo giocherà Locatelli.
E poi solita staffetta davanti tra Immobile e Belotti, quest'ultimo non al top dopo lo stop per Covid: «Abbiamo tre partite ed è importante far recuperare i ragazzi, hanno tutti qualità e si alterneranno». «Non giochiamo insieme da tanto, un po' di ruggine ci sarà - ha ammonito Chiellini -. Con la loro fisicità hanno messo in difficoltà Olanda e Germania».
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