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"Italia, non stare dalla parte sbagliata della storia"

Avvertimento scomposto del n°1 World Athletics sul caso Schwazer

"Italia, non stare dalla parte sbagliata della storia"

Due schiaffi all'Italia e cambiamo pagina. Il caso di Alex Schwazer mette in crisi qualunque rapporto. Anche quello con Sebastian Coe, baronetto inglese, oggi presidente della federazione mondiale di atletica leggera, tanto ammirato quando correva sulle piste. Coe non è andato leggero nei confronti del Paese nostro, irritato probabilmente da tutto il movimento di opinione che si sta creando per sostenere le ragioni dell'ex marciatore italiano, a caccia di giustizia sul caso doping dopo aver trovato sponda nella pesante sentenza del Gip di Bolzano dal quale sono partite accuse alla Wada e alla federazione mondiale dell'atletica. «L'Italia non si metta dalla parte sbagliata della storia», ha sentenziato, a sua volta, il baronetto con quel tanto di autoritarismo stonato in un presidente che dovrebbe essere arbitro più che giudice.

Ma ormai la guerra è aperta. «Non voglio che l'atletica italiana venga contaminata da questa storia», ha insistito Coe. «Spero solo che la gente riconosca questo caso e state certi che la storia non sarà tenera. Noi rigettiamo ogni tentativo dell'atleta, o di chi gli sta vicino, nel cercare di minare la decisione presa». Difficile nascondere che Wada e federazione mondiale non ci siano rimasti male nel sentirsi mettere sotto accusa dal Gip di Bolzano. E se la Wada aveva replicato in modo un po' scomposto, Coe non è stato da meno. Si intuisce che la ferita è aperta da quest'ultima considerazione: «Non possiamo accettare teorie di manipolazione inesistenti». Perché questo è l'indice puntato, lo sfregio che il giudice italiano ha inciso sulla faccia di un mondo abituato a non essere giudicato.

La via della redenzione si fa dunque più dura, molto più dura, per Schwazer e tutto il movimento che si è messo in cammino per provare a restituirgli la chance: tornare ai giochi olimpici, destinazione Tokyo. Sono poche le armi in mano agli italiani, non certo una revisione della sentenza per vie ordinarie. A Coe non saranno sfuggite le dichiarazioni di Malagò, presidente del Coni, la presa di posizione di Stefano Mei, neo presidente federale, mezzofondista di successo come il baronetto. Ora viene mandata in campo anche Valentina Vezzali, sottosegretario di governo. Non è stato un caso vedere Schwazer in ogni sorta di trasmissione televisiva, compreso il festival di Sanremo che ha visibilità pure all'estero. Ed, allora, visto il modo di proporsi di Coe e della Wada, c'è da pensare che anche gli schiaffi italiani siano arrivati a segno.

Peccato che gli enti internazionali abbiano dalla loro parte un mondo al quale piacciono i silenzi, se non l'omertà. In questa storia ci sono troppi punti oscuri: chi sta davvero dalla parte sbagliata?

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