Una notte dall'alto valore simbolico (giocare a Bergamo, città più colpita dal Covid nei mesi scorsi, soprattutto ora che il virus sta tornando ad affacciarsi pericolosamente) ma che dal punto di vista sportivo è una delle più difficili dell'era Mancini in azzurro. Se poco più di un mese fa ad Amsterdam, battemmo l'Olanda sì con un gol di scarto ma con una prestazione scintillante (era la squadra del traghettatore Lowegedes, ora in panchina c'è De Boer), ieri abbiamo creato soprattutto nella parte centrale dei due tempi, ma abbiamo anche faticato a imporre il nostro gioco, subendo a lungo sul piano del palleggio gli avversari. Insomma un pareggio che ha un altro peso specifico rispetto a quello ottenuto in Polonia: lì siamo stati penalizzati dal terreno di gioco, stavolta soffriamo un'Olanda ben organizzata e che lascia pochissimi spazi agli azzurri. E con il 3-0 alla Bosnia, la Polonia ci strappa anche il primato nel girone, rendendo la gara diretta del 15 novembre a Reggio Emilia decisiva per prendersi la Final Four di Nations League.
Prima l'omaggio alle vittime del Covid delle delegazioni di Italia e Olanda al cimitero monumentale di Bergamo, poi a pochi minuti dal fischio iniziale l'applauso degli azzurri ai medici e ai 243 sindaci del Bergamasco presenti sugli spalti del rinnovato Gewiss Stadium. L'atteggiamento tattico dell'Olanda (un 3-5-2 che diventa in fase difensiva una retroguardia a cinque) fa capire che sarà una partita diversa da quella di andata.
Gli spazi di manovra della truppa di Mancini sono pochi anche sugli esterni, a centrocampo gli olandesi fanno molta densità tanto che Jorginho e Verratti si muovono a vuoto sul campo, ma i lanci di Barella - il migliore dei nostri - sono spesso illuminanti. Il gol di Pellegrini, il secondo in maglia azzurra, è un rigore in movimento sul passaggio dell'interista. L'immediato pareggio di Van de Beek, nato da un rimpallo in area e da uno smarcamento di Blind che aiuta molto la difesa olandese, crea però un contraccolpo psicologico agli azzurri che per 15 minuti subiscono ripartenze quasi in fotocopia dagli avversari. Quando abbassiamo il baricentro, soffriamo le folate dei tulipani.
Nella ripresa Mancini propone qualche interprete diverso da quelli scelti all'inizio anche se Donnarumma viene chiamato in causa da Depay. Immobile fallisce davanti a Cillessen, confermando il periodo non proprio felice, Pellegrini spedisce in area una palla che Bonucci e D'Ambrosio non sfruttano, la vivacità di Kean e Locatelli non produce nessuna occasione con l'Italia messa a specchio degli avversari.
Il ritmo scende progressivamente nel finale fatta eccezione per un paio di ripartenze olandesi. L'1-1 sembra accontentare tutti, soprattutto la Polonia che ora guarda tutti dall'alto. «Vinceremo le ultime due e ci qualificheremo», sottolinea Mancini alla fine.
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