Italia, vincere o soffrire. "Servirà una partita speciale"

Contro la Spagna è in gioco un posto al mondiale. Chiellini infortunato, Ventura si ritrova senza la BBC

Italia, vincere o soffrire.  "Servirà una partita speciale"

nostro inviato a Madrid

Un dolore al polpaccio destro nell'allenamento di rifinitura e addio al ritorno della BBC in azzurro. Si erano appena ritrovati, i gladiatori della difesa azzurra, separati quest'estate dal clamoroso divorzio di Bonucci dalla Juve. Ma il destino ci ha messo lo zampino: Giorgio Chiellini saluta il gruppo azzurro per il guaio muscolare e il vecchio acronimo torna a essere un ricordo.

Si potrebbe quasi parlare di maledizione in azzurro e, per allargare il discorso, al Bernabeu. Nell'era Ventura solo i 90 minuti ad Haifa in Israele un anno fa, quando l'Italia subì un gol dal quasi sconosciuto Ben Haim ma conquistò la prima vittoria nel girone di qualificazione. Contro il Real appena 11 minuti nel tempio madridista il 13 maggio 2015, nell'1-1 che lanciò i bianconeri verso la finale di Champions. E riavvolgendo il nastro della memoria, esistono anche due precedenti della Bbc con la Spagna, entrambi targati 27 giugno: nel 2013 in Confederations Cup e tre anni dopo la sfida degli ottavi dell'Europeo francese con il trionfo azzurro a Parigi. Nessun gol subito, un ottimo viatico che però non avrà seguito. Come non aveva avuto seguito nella gara di andata, ma allora Chiellini saltò l'appuntamento per quel «rosso» rimediato proprio contro Israele.

Ventura non svela le scelte e fa catenaccio sull'Insigne possibile titolare dopo le critiche sui social. Dice solo che «l'infortunio di Chiellini non ci voleva, ma non cambia quello che avevo deciso». Nella notte più importante della stagione, nella gara che negli ultimi 10 anni è stata una sfida a scacchi con «delitto» (chi ha perso è stato sempre «ammazzato» calcisticamente) si vedrà così lo schema diventato marchio di fabbrica della sua gestione. Prevedeva due moduli per le Furie Rosse e Israele, potrebbe invece essere uno solo, magari riveduto e corretto con altri protagonisti. Ecco così in campo lo Spinazzola «ribelle» in una difesa a 4, il Verratti in mediana e l'Insigne esterno di attacco. «In una partita importante e uno stadio importante, serve una prestazione importante, nella ricognizione in campo non ho visto né coccodrilli né serpenti in campo, il vero problema sono gli avversari che ci troveremo davanti, ma chi fa questo lavoro sa cosa lo aspetta», così Ventura nella pancia del Bernabeu. Importante vuol dire vincere, cosa che in Spagna la nostra Nazionale ha fatto solo una volta nel 1949 nell'ultimo campo azzurro del Grande Torino. Qualche malumore per chi resterà fuori, come dimostrano le facce di alcuni, ma c'è anche chi si diletta in video e foto del Bernabeu vuoto con il suo smartphone (D'Ambrosio e Belotti, attesissimo dopo il gol spettacolare al Sassuolo in campionato).

«Mi aspetto che l'Italia giochi in maniera differente rispetto a Torino», così in mattinata aveva profetizzato Lopetegui dalla Ciudad de Futbol di Las Rozas dove ha preparato la gara di stasera (ha ripescato nel gruppo dopo tre anni anche Villa, il Pichichi della Spagna con 56 gol in 97 partite con la Roja). La Spagna, imbattuta in casa nelle qualificazioni mondiali da 55 gare, torna al Bernabeu dopo 8 anni (qui ha vinto 6 volte su 6) e vuole chiudere il discorso qualificazione. Attesi i fischi assordanti per Piqué, odiato da queste parti perché catalano e del Barcellona. «Occorre che i tifosi, e saranno tanti a venire allo stadio (previsti 85mila spettatori), abbiano il massimo rispetto di chi gioca in Nazionale», il messaggio di Sergio Ramos, il capitano del Real che è anche il difensore con più gol all'attivo tra tutte le nazionali europee.

Sarà una partita diversa da quella dell'andata? Lo dirà il campo, con le novità che potrebbero proporre i due ct.

Intanto Ventura si dice «contento di poterla giocare, è una tappa importantissima, ma non la fine del giro». «Servirà coraggio e spregiudicatezza», così capitan Buffon. Il miedo escenico è in agguato, agli azzurri il compito di non pensarci e regalarci una notte come quella del Mundial '82.

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