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Jacobs abbraccia super Dosso e lancia la sfida all'America

A Belgrado l'oro olimpico si gioca il Mondiale dei 60 metri. Con Coleman antipasto di quello dei 100 in estate negli Usa

Jacobs abbraccia super Dosso e lancia la sfida all'America

Nel giorno del grande risveglio dei triplisti cubani, Lazaro Martines di Guantanamo oro davanti al Pichardo di Santiago che gareggia per il Portogallo, Zaynab Dosso va a letto con la rabbia dentro. La ventiduenne ivoriana di Rubiera lascia i mondali indoor portandosi via i fiori della speranza che ha tatuati sul corpo, perché anche a Belgrado si è migliorata ancora una volta correndo i 60 in 7.14. Peccato che i due centesimi tolti al suo fresco record italiano di Ancona siano bastati soltanto per andare in semifinale. Noi la applaudiamo, lei, tigre vera, se ne va, invece, dichiarandosi delusa per quel 716 lontano da Briscoe (7.03) e Kambundji (7.08), 6 millesimi di fotofinish dietro la neozelandese Hobbs, un passo dietro alla finale sognata: con il 7.14 della batteria si sarebbe giocata il ripescaggio per la finale. Voleva qualcosa di più, ma Jacobs, che si allena a Roma sulla stessa pista e il capitano Tamberi la applaudono e la abbracciano.

A ridarle il sorriso speriamo sia proprio Marcell Jacobs che oggi in dieci ore metterà sul tavolo la sua fresca reputazione dorata, primo oro olimpico dei 100 che accetta la sfida sul battito di ciglia dei 60 metri che gli portarono fortuna agli europei di Torun prima di pensare davvero a Tokio. Tre corse per dirci che il tempo dei festeggiamenti può continuare, anche se Christian Coleman, fuori dai Giochi per problemi con l'antidoping, campione mondiale uscente, ha messo nel mirino l'uomo che ha lasciato molta gente, americani e inglesi in testa, senza altre parole che quelle del sospetto invidioso.

Dalle 10.45, nell'arena da 20 mila posti della città bianca di Belgrado, alle 21.20, passando per le semifinali delle 18.40, per guardare soltanto avanti e mai di fianco. Vedremo come il campione imbattuto anche al coperto, con la piccola delusione di una falsa proprio nel meeting alla Stark Arena due settimane fa, risolverà questi duelli che dovranno soltanto scaldarlo per mondiali ed europei all'aperto.

Al traguardo lo aspetterà Gimbo Tamberi che dopo Tokio ha festeggiato abbastanza, si è esaltato divertendo l'arena NBA nei giorni delle stelle, non ha più gareggiato e, in pratica, si è allenato pochissimo anche se adesso, finalmente è andato sotto i 90 chili.

A lui piacciono le pazzie, sa volare e intorno domani, a parte il sud coreano Sang-Kyoch Woo, non sembra ci siano altre aquile.

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