Jacobs e l'ossessione dell'oro iridato

Il fuoriclasse dopo gli infortuni: «Non voglio perdere questa sfida»

Jacobs e l'ossessione dell'oro iridato
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Domani sera a Budapest, nella prima giornata dei mondiali di atletica, fra gli oltre 2000 atleti in rappresentanza di 202 Paesi, sapremo se Marcell Jacobs sentendo bussare la paura alla sua porta avrà il coraggio di aprirla per fare una buona batteria. Deve riuscirci per guadagnarsi la semifinale di domenica alle 16.35 e poi, come speriamo tutti, la finale sui 100 delle 19.10, augurandoci che con lui ci sia anche Ceccarelli. Sarebbe un'impresa per chi in pratica non corre una gara vera da un anno, Parigi, il 9 giugno, fu solo un tappo mai esploso in una bottiglia che aveva delle crepe.

Il campione olimpico ha preceduto il resto della squadra e toccando il manto della pista di fabbricazione italiana nel nuovo stadio di Budapest ha confessatoe: «Sono sempre stato concentrato su questo appuntamento perché l'oro mondiale è l'unico che manca nella mia bacheca. So che questa è una sfida molto importante e non voglio perderla».

Ce lo auguriamo tutti, magari cominciando a brindare domani mattina con Stano e Fortunato nella marcia sui 20 chilometri. Speriamo che il marinaio che prometteva le stesse cose prima della brutta corsa di Parigi sia davvero guarito dopo il periodo di cure passato a Monaco di Baviera. Chi lo ha visto scattare in allenamento dice che è pronto e forse lo sarà anche per la staffetta, ma per il momento concentriamoci su queste tre prove, i tre passi verso il grande traguardo. I muscoli di seta dei velocisti sono delicati, così come la macchina umana che deve azionarli. Dopo le Olimpiadi sono stati quasi sempre guai e le sconfitte anche sulle indoor di quest'anno, dove Ceccarelli lo ha battuto in casa e poi agli europei sui 60, ci hanno fatto capire che l'uomo di Tokyo aveva trovato tante trappole sulla sua strada. Per l'Italia che sulle ali della gioventù dorata del salto in lungo, la Iapichino cerca la qualificazione domattina, Furlani lo vedremo mercoledì, sogna di far volare i suoi campioni olimpici, da Jacobs e Tamberi, alla staffetta.

Adesso concentriamoci su Marcello e le sue nuove scarpe, lui dice che si trova benissimo, vogliamo credere anche a questo senza aver mai dubitato sulla qualità del

lavoro, anche quando ci si domandava se i troppi impegni fuori dalla pista sembravano creare ostacoli, al punto che il campione sorridente di Tokyo sembrava sempre più lontano dalla tribù che gli ha sempre voluto soltanto bene.

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