Il segreto di Jacobs per vincere

Dietro all'incredibile vittoria dell'oro sui 100 metri, per Jacobs c'è stato un lungo percorso dal quale è uscito vincitore grazie all'aiuto della sua mental coach

Il segreto di Jacobs per vincere

Dietro ogni grande uomo c'è sempre una grande donna": è la celebre frase attribuita alla scrittrice britannica Virginia Wolf dedicata alle tante donne che hanno contribuito al successo di uomini. E la frase calza a pennello per lo storico successo di Marcell Jacobs, medaglia d'oro sui 100 metri piani.

La dedica dopo l'oro

Dopo la gara vinta tagliando per primo il traguardo in una disciplina in cui mai nessun italiano era nemmeno riuscito ad arrivare in finale, il primo ringraziamento di Marcell Jacobs, prima ancora della compagna, degli amici e della famiglia è stata per Nicoletta Romanazzi, "la mia mental coach, senza di lei non sarei qui", ha dichiarato ai microfoni di Rai 2. L'azzuro, nato in Teaxs da padre americano e madre veneta, non aveva superato la dolorosa separazione dal padre, ex militare dell'Us Army alla base di Vicenza, un fantasma con cui il ragazzo aveva rotto tutti i rapporti fin quando non è accaduto qualcosa che ha cambiato vita e carriera del velocista.

Gli anni difficili

"Mio padre, da bambino, non lo ricordo – ha raccontato al Corriere della Sera prima delle Olimpiadi – Dal momento in cui con mamma siamo rientrati da El Paso, è cominciata la nostra personalissima sfida a due. A scuola ero in difficoltà. Disegna la tua famiglia, mi diceva la maestra: io avevo solo mia madre da disegnare e ci soffrivo. Chi è tuo papà, mi chiedevano gli amici da ragazzino: non esiste, rispondevo, so a malapena che porto il suo nome. Per anni ho alzato un muro. E quando mio padre provava a contattarmi, me ne fregavo". Alzi la mano chi, soprattutto da piccoli, non risentirebbe di una situazione del genere. In questo senso, Jacobs era una ragazzino "normale" con le fragilità della sua età. Ma, dentro di lui, cresceva quello che poi sarebbe diventato un campione e l'uomo più veloce del mondo. Il grazie, in questo senso, va alla motivatrice.

Chi è Nicoletta Romanazzi

La mental coach di Jacobs è romana e lavora nel suo studio al centro della Capitale. La scelta di iscriversi a Economia all’Università è stata una conseguenza, la sua passione per la cura della mente degli sportivi ha preso il sopravvento grazie anche alle tre figlie che crescevano praticando sport a buon livello (equitazione e rugby). Dal 2005 è sport e life coach, mental trainer e facilitatrice del respiro e, da ieri, la più famosa dispensatrice di consigli d'Italia. "Mi servirebbe un mental coach per gestire le emozioni che mi ha regalato Marcell", ha dichiarato al Corriere della Sera. La gara l’ha seguita in campagna a casa di amici emozionandosi come non mai per aver visto il "suo" Marcell diventare l'uomo più veloce del mondo. "Ho pianto per mezz’ora, una gioia così è difficile da gestire. Sì, forse un pezzetto di quella medaglia lo abbiamo costruito qui, insieme".

La svolta

E poi, spiega cosa c'è dietro a quest'impresa di cui ci ricorderemo per sempre. “Non esistono segreti, però posso dire che fin da subito ho capito che per lui sarebbe stato importante risolvere il rapporto con il padre, essendo lui stesso padre di tre bambini. Questo lo ha sbloccato, adesso entra in pista più consapevole di quello che può fare con le sue gambe. Ha acquisito sicurezza in se stesso, prima arrivava alle gare con molta più ansia”, ha spiegato la Romanazzi in un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Incontri, telefonate, lavoro sulla respirazione: questi sono soltanto alcuni degli ingredienti del percorso trionfale verso Tokyo. Come dichirato dalla stessa mental coach, ci sono diversi atleti che hanno un tempo personale migliore del suo ma Jacobs ha sognato stando con i piedi per terra, ecco il vero segreto del suo successo: lavoro, lavoro, lavoro. "Lui quest’anno ha dimostrato tanto. In gara tutto è possibile, ogni volta dimostra che può fare meglio della volta precedente”, la profezia, azzeccata, della Romanazzi.

"Ho incontrato una brava mental coach, Nicoletta Romanazzi, che è entrata nel mio team insieme all'allenatore Paolo Camossi. Con lei ho accettato di lavorare in profondità sulle mie paure e sui miei fantasmi. Non è stato facile: c'è una parte intima che non vogliamo mostrare nemmeno a noi stessi. Però imparo in fretta. Il lavoro psicologico è iniziato a settembre dell'anno scorso e in sei mesi ho ottenuto un oro europeo indoor, due record italiani, l'argento mondiale nella 4×100 con il lanciato più veloce, il 9"95 di Savona", si legge su Fanpage. Un peso in meno sul cuore, una forza ed una consapevolezza in più assieme ad una crescita esponenziale che lo hanno portato sul tetto del mondo dell'atletica leggera. Leggenda Jacobs.

L'allenamento al Foro Italico

Per dare un'idea dell'intensità dei suoi allenamenti, Jacobs ha girato un video in cui per preparasi a Tokyo, pochi mesi fa, ha

sprintato dietro ad un'auto sulla pista d'atletica del Foro Italico: pubblicato da Dagospia, sta diventando virale e mostra il nostro azzurro in tutta la sua potenza, forza e voglia di spingersi oltre i propri limiti.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica