Gridiamo rete, invochiamo il rigore, pretendiamo il rosso, ci esaltiamo per una rovesciata, sobbalziamo per una parata in tuffo, voglio proprio vedere la moviola, diciamo, voglio proprio vedere cosa ho fatto con la schedina, anche se oggi è quella delle scommesse non più il 13 milionario di una volta. I loro nomi non ci dicono nulla eppure sono loro che hanno inventato le parole del calcio che diciamo tutti i giorni e con le parole i momenti, magici o disperati, che ci emozionano e che ci fanno discutere: la rete, appunto, il rigore, la moviola, la rovesciata. Geni senza nome che abbiamo radunato in questa formazione. Perché dopo di loro nulla è stato più come prima.
1 la rete - John Brodie
(1858-1934)
John Alexander Brodie era ingegnere civile, viveva a Liverpool, ed era ricco di idee innovative e di spirito d’iniziativa. Un genio non sempre compreso, anche se la città gli regalò molto e lui alla città: oltre a strade e case Liverpool gli deve l’impianto elettrico per la circolazione dei tram e lo sviluppo del primo raccordo anulare, praticamente il sistema nervoso e quello sanguigno. Ridisegnò Nuova Delhi e fu tra i primi a capire quanto l’automobile sarebbe stata importante nella storia dell’uomo. Era avanti a tutti anche quando il mondo correva. Ma un giorno si innamorò di un sport che, come lui, sembrava arrivare dal domani e che non aveva nessuna legge e nessuna verità. Si chiamava calcio, una specie di verbo religioso che i suoi connazionali stavano cominciando a predicare in giro per il mondo. Aveva scoperto, studiandolo e ristudiandolo, che gli mancava qualcosa di essenziale. Così, era il 1891, suggerì l’idea di applicare una rete, come quella dei pescatori, alle porte che consentisse di cancellare ogni dubbio sui gol ed evitasse di disperdere i palloni chissà dove. La sua canna da pesca fu decisiva nel mettergli in testa un’idea meravigliosa.
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