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Juve, altro che Lukaku. C'è Vlahovic

Doppietta del serbo che il club voleva sacrificare per il belga. Lazio ko e in silenzio stampa

Juve, altro che Lukaku. C'è Vlahovic

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La Juventus che ha preso a schiaffi la Lazio (3-1) allo Stadium fa paura: nel senso migliore del termine per i propri tifosi e in quello peggiore per tutti gli altri. Una squadra cattiva e affamata, con buona tecnica tra i piedi e la testa collegata in tutti i suoi interpreti. Gli oltre 40.500 presenti nuovamente organizzati' anche in curva Sud - si sono spellati le mani a furia di applaudire: al risultato si è insomma abbinato il bel gioco, impreziosito da un Vlahovic formato extraterrestre. Capace di (fare) dimenticare la corte che in estate la società aveva fatto a Lukaku e di segnare due gol meravigliosi, il primo per sbloccare il risultato e il secondo per annientare le speranze di rimonta della Lazio. Tracimante, il serbo. Una girata al volo su assist di Locatelli per entrare subito nel tabellino dei marcatori, uno spettacolare destro dal limite dell'area dopo un controllo di petto tutt'altro che semplice facendosi beffe dei centrali biancocelesti: due giocate da circoletto rosso per coefficiente di difficoltà ed efficacia hanno così spaccato in due la partita. Con la Lazio che non ha potuto fare altro che alzare bandiera bianca, tramortita da un inizio gara in cui non è riuscita a stare dietro al ritmo imposto dagli uomini di Allegri: impalpabile Immobile, mai pervenuto Zaccagni, il solo Kamada riusciva ogni tanto ad avere una mezza idea. Dopo dieci minuti la Signora era già in vantaggio grazie al serbo, in un'azione iniziata da McKennie (palla quasi fuori sulla fascia destra, ma il Var l'avrebbe ritenuta in campo) e rifinita da Locatelli. Ecco: un'altra Juve avrebbe forse tirato i remi un po' in barca, questa no. E Provedel ha dovuto impegnarsi più volte per dire no a Kostic e per sbrogliare situazioni complicate, mentre Szczesny si doveva impegnare solo su Kamada: il raddoppio di Chiesa arrivava già prima della mezzora, al pari di altre occasioni.

In una parola, superJuve. Appena infastidita dal gol di Luis Alberto e da quel minimo di verve in più che il fischiatissimo Sarri (in silenzio stampa come tutta la Lazio contro la direzione arbitrale) aveva ottenuto dagli appena entrati Pellegrini e Rovella. La successiva meraviglia di Vlahovic (quarto gol in altrettante gare: prima di lui mai nessun bianconero aveva segnato tanto nel primo poker di partite per due stagioni di fila) chiudeva i conti: «All'anno scorso non voglio più pensare e non ho mai cercato scuse le parole del serbo -. Abbiamo tanti conti in sospeso da regolare». «Dobbiamo fare i 76 punti che ci garantiranno l'accesso alla Champions così Allegri -. Altro non ci deve interessare». Testa al campo, ché al resto ci pensa Giuntoli: «Con Bonucci abbiamo rispettato le regole, altro non aggiungo. Pogba? Aspettiamo le controanalisi, poi valuteremo». Ci sarà anche da affrontare la grana Ronaldo: CR7 avrebbe deciso di adire a vie legali per ottenere dalla Signora i quasi 20 milioni di euro che ancora deve ricevere e che erano stati dilazionati in epoca Covid nelle due famose manovre stipendi.

Altra soap opera all'orizzonte, insomma.

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