Juve-Bayern è Mandzu-Vidal La sfida fra destini incrociati

L'ultima partita tre anni fa: il croato era nel club tedesco, il cileno a Torino Uno si è lasciato male, l'altro crea guai a Guardiola & C. E Allegri ci conta

Juve-Bayern è Mandzu-Vidal La sfida fra destini incrociati

Tre anni fa, allo Stadium in occasione del ritorno dei quarti di finale di Champions, non scese in campo perché squalificato. La Juventus perse 0-2, stesso punteggio con cui era stata castigata all'andata, nel fortino del Bayern Monaco. E lui, Arturo Vidal, era stato tra i migliori dei suoi pur in una serata difficile (eufemismo): il cartellino giallo che aveva fatto scattare le squalifica era arrivato per un fallo di mano, ma le scintille non erano mancate soprattutto con Ribery, un cui fallaccio nel finale di gara non era stato sanzionato con il risultato di fare arrabbiare non poco il cileno: uno che ha un caratterino mica male, dentro e fuori dal campo.

Alla Juve, durante i suoi quattro anni di permanenza (171 presenze e 48 gol, di cui 9 in Champions), si era comportato un po' bene e un po' no: a Torino però si è bravi (da sempre) a fare in modo che i giocatori tirino dritto il più possibile e a limitarne le scorribande sia diurne che notturne. Poi è chiaro che non tutto si può prevenire e qualche marachella il Guerriero l'aveva combinata pure sotto la Mole: una per tutte, un giovedì notte a dir poco turbolento a inizio ottobre 2014 - in seguito al quale il centrocampista era stato escluso dalla sfida contro la Roma.

Sul terreno di gioco, comunque, Vidal ha sempre dato tutto per la causa bianconera. Preferita, ai tempi in cui vestiva la maglia del Bayer Leverkusen, a quella di chi oggi gli paga lo stipendio: «Sognavo l'Italia», disse in quei giorni facendo inalberare Kalle' Rummenigge, icona del Bayern Monaco nonché oggi presidente del cda del club bavarese. «Vidal non ha una morale. Aveva promesso innumerevoli volte al presidente del club (Uli Hoeness, ndr) che avrebbe firmato per noi e invece ora gioca in un club che è come lui, basta guardare la storia giudiziaria della Juventus».

Marotta e la Signora ovviamente non l'avevano presa bene, ma si sa che nel calcio tutto cambia alla velocità della luce e che al portafoglio difficilmente si comanda. Risultato: domani sera il numero 23 tornerà nello Stadium che è stato suo nelle vesti di avversario (e con lui, ci sarà anche Coman: sotto utilizzato alla Juve, che dalla sua cessione incasserà alla fine 28 milioni), i tifosi bianconeri difficilmente lo fischieranno e comunque le casse bianconere sono state ben liete di accogliere i 40 milioni che la sua cessione ha fruttato. Anche perché, in Baviera, il figlio di Jaqueline è già finito più volte nell'occhio del ciclone: Rummenigge (ancora lui) lo criticava già a settembre costringendo Guardiola a prenderne le difese, salvo poi finire nuovamente in un pentolone di polemiche quando proprio Vidal è stato accusato di essere la talpa che aveva alimentato con i media le voci di dissidi nello spogliatoio.

Insomma: la Juve è andata oltre certe situazioni anche difficili da gestire, il Bayern ci è invece in mezzo e per adesso va bene così in attesa del verdetto del campo, dove finora il centrocampista ha segnato tre reti (due in Bundesliga e una in Coppa di Germania).Chi invece in stagione di gol ne ha realizzati nove (sei in campionato, due in Champions e uno in Supercoppa) è Mario Mandzukic, oggi bianconero ma quello stesso 10 aprile 2013 centravanti del Bayern per di più autore del gol dell'1-0.

Potesse fare un dispetto a Guardiola, con il quale si è lasciato maluccio, il croato lo farebbe volentieri: ben sapendo di fare comunque parte della storia del Munchen, avendo anche segnato un gol nella finale poi vinta 2-1 contro il Borussia Dortmund.

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