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Juve, braccino da scudetto. Regalato un match point

I bianconeri avanti si fanno ribaltare, CR7 a secco. Per Sarri 5° ko stagionale in trasferta

Juve, braccino da scudetto. Regalato un match point

Primo match point fallito. La Juve perde incredibilmente a Udine contro i friulani e rimanda l'appuntamento con il tricolore. Incredibilmente, nel senso più letterale del termine. Perché la squadra di Sarri aveva chiuso il primo tempo in vantaggio (rete di De Ligt) e perché, dopo essere stata raggiunta da Nestorovski a inizio ripresa, è riuscita a farsi sorpassare in pieno recupero da un gol di Fofana: bravissimo, il francese naturalizzato ivoriano, a bersi cinquanta metri di campo palla al piede infischiandosene dei difensori bianconeri e infine a battere Musso. Ingenui a dir poco, però, i campioni d'Italia: messi male nell'occasione, con poca testa e zero sangue freddo. Nulla probabilmente cambierà in ottica scudetto, ma l'ennesima rimonta subita certifica una volta di più la difficoltà della squadra di Sarri a chiudere le partite o quanto meno a controllarle: in vista della ripresa della Champions, l'ennesimo campanello d'allarme.

E dire che il match era cominciato nel migliore dei modi per i bianconeri. Quasi con un passaggio di consegne per certi versi romantico: il campionato della Juventus si era infatti aperto con il gol di Giorgio Chiellini in quel di Parma: tra i giocatori di movimento, il più vecchio della rosa dall'alto di una carta d'identità che riporta come data di nascita il 14 agosto 1984.

Ieri, la rete che aveva aperto la serata era stata invece del più giovane: Matthijs De Ligt, quindici anni in meno del suo capitano e altrettanta voglia di vincere. Da predestinato, già capitano dell'Ajax che lo scorso anno aveva meravigliato l'Europa intera: la Signora, innamoratasene perdutamente, lo aveva anche pagato la bella cifra di 85 milioni, certa di avere messo a segno un colpaccio e magari, in prospettiva, di poter anche immaginare di rivenderlo guadagnandoci anche qualcosa. Discorso, quest'ultimo, che verrà buono tra qualche stagione: nel frattempo l'olandese con la faccia da bambino, contro una squadra che in casa non vinceva da gennaio e che aveva dovuto rinunciare anche a Lasagna ovvero al suo attaccante più pericoloso, metteva la sua firma: anticipo sulla trequarti, destro nell'angolino, quarto gol del suo campionato e match a quel punto teoricamente in discesa pur dopo un inizio da brividi, con un tentativo involontario di autogol da parte di Danilo. Palo fantozziano, Szczesny salvo comunque. Poi, con l'Udinese raccolta intorno a De Paul (schierato nell'insolito ruolo di uomo davanti alla difesa), la Juve prendeva possesso del match: Musso diceva di no a Dybala (capitano, nell'occasione), Ronaldo calciava alto dopo un velo di Rabiot, Irrati non abboccava al tuffetto di De Paul in mezzo all'area. Quindi, il gol di De Ligt e una ripresa iniziata con il pareggio di Nestorovski: dormita di Alex Sandro e colpo di testa del macedone su invito del più che positivo Sema. Sarri cercava energia e qualità da parte di Douglas Costa e Cuadrado, ma alla fine era Fofana a travestirsi da Ronaldo. Il Fenomeno, però: non il CR7 sbiadito vestito di blu.

Domenica sera, Juve-Samp: sulla carta, match da festa scudetto.

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