Alla Juve la Champions va di traversa

Signora prima intimidita, poi più convinta. Bonucci la tiene in vita e nel finale si salva due volte con l’aiuto della fortuna

Alla Juve la Champions va di traversa

nostro inviato a Torino

L'Europa si fa dura. La Juve pareggia ancora, rischiando anche di perdere. Lo Shakhtar le ha messo i brividi e ha forse spiegato che la bella vita è solo in Italia. La compagnia di ventura di Lucescu ha onorato il suo posto in Champions e i numeri che non la vedono perdente da 26 partite: buon calcio e tanta strategia, sempre pronta a iniettarti un pizzico del suo veleno. La Juve è tornata in Champions a Torino senza suonare la fanfara, solo qualche rullio di tamburi. Bonucci ha salvato la faccia sua e della squadra, un gol e un altro ne ha sfiorato. Miglior centravanti bianconero, secondo indole. Ora serviranno gol per vincere, sennò saranno guai.

Il primo gol di Champions nello Juventus stadium è stato almeno di sangue brasiliano, buon sangue calcistico. Quello bianconero dal piede di un terzino. Non sarebbero ricordi da passare alla storia. Però è stato forse peggio vedere vuoti (appena 29mila paganti) nelle tribune dove i prezzi toccavano 135 euro, ritrovarsi con gli striscioni ultras rivoltati e ascoltare i silenzi dello stadio anziché le urla. Ci sono stati momenti in cui pareva che il pubblico fosse a teatro. Stravaganze italiane. Come nel finale: quando le urla sono arrivate, ma quelle di curva contro curva. Ci facciamo sempre riconoscere.

Certo, lo Shakhtar ha rischiato di mettere il silenzio a tutti fin dall'inizio. Quel suo calcio melinato fatto di tic e toc, preciso ma lento, ha rischiato di mettere imbarazzo alla Juve e sonno a chi guardava. Ma erano impressioni, solo impressioni. In realtà tutto quel «messaggiarsi» col pallone, movimenti cercati, ripetuti, dirsi e non dirsi, scambio di intenzioni e attenzione a pescare le zone libere, era il modo per gestire la partita e attendere la Juve all'errore.

La gente bianconera ha subito intuito che la serata sarebbe stata da partita a scacchi ed ha provato a giocarsela senza farsi prendere da frenesia, certo un po' intimidita, magari preoccupata. Il guizzare agile e veloce di Mkhitayan ha mostrato la bella faccia dell'armeno che, nel frattempo, si dedicava anche alla marcatura vecchio stile calcistico su Pirlo. Mastro Lucescu non è nato ieri e non è nato Zeman. La Juve ha faticato a far entrare in gioco sia Marchisio sia Vidal, gli ucraini hanno cercato le vie del gol nei larghi spazi sulla sinistra della Juve. Ci hanno provato due, tre volte, mentre la Juve ha lanciato il primo rullare di tamburo dopo 13 minuti con Vucinic e Matri. Niente da fare. Poi ci ha riprovato con Marchisio, lanciato in verticale da un schioccar di piede di Pirlo: già meglio. Ma, intanto, lo Shakhtar tesseva e tesseva, cercando lo spazietto vitale: Willian, capellone style Jimi Hendrix prima maniera, pareva diavolesco infilandosi dovunque come uno slalomista: si è perfin ritrovato steso da Lichtsteiner davanti al portiere. Ma l'arbitro ha sorvolato. Alex Texeira e Luiz Adriano lo imitavano. Invece Mkhitaryan è andato a sprazzi: bello e sgusciante o un po' nascosto. Comunque da tener sott'occhio con la dovuta attenzione.

E la Juve stava in attesa come sentisse di dover subire il gol per ritrovare la sveglia. Così è stato. Willian è sgusciato via ancora una volta e stavolta il passaggio a Texeira è servito: Bonucci solito pollo, in marcatura, e primo gol di Champions nello Juventus stadium. Buon per i bianconeri, visto a posteriori: da quel momento la Juve ha cominciato a giocare e ci sono voluti solo tre minuti perché Bonucci rimediasse alla figuraccia caricando il sinistro come un terzino dai piedi dolci, in stile Panucci tanto per intenderci, e riportare la squadra in rotta e soprattutto dentro la partita, come non lo era mai stata prima. Tanto da rischiare il raddoppio a fine primo tempo. Ancora con Bonucci alla riscossa: spizzata di testa e pallone sul piede del portiere.

La Juve ha giocato la ripresa più convinta, decisa, a caccia del risultato. Willian ha rischiato di bucarla ancora con i suoi tagli zizzaganti, ma Giovinco (subentrato all'innocuo Vucinic) e Matri hanno ribattuto con egual voglia di far male.

La partita si è fatta più rabbiosa anche negli interventi. Marchisio si è mangiato un'occasione. E Buffon ha cominciato a sbuffare, e ribattere, davanti al facile tirare degli ucraini. Fin quando Willian non ha preso la traversa e l'arbitro ha fischiato la fine e il sollievo.

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