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Juve in crisi di punti e di nervi. Rosso Vlahovic, Max sbotta

Solo un punto con il Genoa: il serbo espulso nel finale. Poi le domande sul tridente fanno arrabbiare Allegri

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I fischi di trequarti dello stadio di metà gara eccezion fatta per la curva Sud hanno coinvolto a fine match tutti i presenti allo Stadium. La Juventus non sa più vincere, viene fermata sullo 0-0 dal Genoa e vede avvicinarsi il Bologna a meno cinque: a furia di dire che la qualificazione alla prossima Champions non è in discussione, i bianconeri sono stati intanto sopravanzati al secondo posto e adesso vedono a rischio il terzo. A corollario del tutto, l'espulsione di Vlahovic per proteste e il nervosismo di Chiesa, che con il serbo si è mandato a stendere più volte prima di essere sostituito da Yildiz e dopo avere messo in scena l'ormai solita prestazione scialba.

In sintesi: sette punti nelle ultime otto partite, poche idee di gioco e per di più confuse, nervi a fior di pelle e la sensazione che il giocattolino faticherà a ripartire. Vero che c'è ancora la possibilità di vincere la Coppa Italia, ma il bilancio della Juve 2023/24 sta tendendo pericolosamente al rosso nonostante l'obiettivo della quarta piazza rimanga dietro l'angolo. Quanto al Genoa, ha giocato la sua onesta partita: gambe a posto e l'idea di provare a ripartire appena possibile, con Retegui, Vitinha, Gudmundsson e Messias in campo fin dal primo minuto. Come dire che Gilardino, senza assilli di classifica, se l'è giocata alla pari ottenendo quello che voleva.

«Non abbiamo giocato un buon primo tempo le parole di Allegri ma nella ripresa abbiamo fatto meglio e colpito anche due pali». Prima con Iling Junior e poi con Kean, subentrati nel frattempo a Kostic e Cambiaso: impresentabile il primo, come sempre tra i migliori il secondo. Fatto sta che alla Juve non sono bastati nemmeno loro, così come non è stato sufficiente l'ingresso di Yildiz al posto di Chiesa: «Faccio le mie scelte per il bene della squadra ancora Allegri -. Magari sbaglio, ma non sono un politico: non devo accontentare i tifosi, che magari vorrebbero tre o quattro punte insieme in campo». E se dagli studi di Sky arriva una domanda ritenuta inopportuna, il tecnico livornese sbotta pur senza alzare la voce: «Io non insegno il loro lavoro ai giornalisti, ma non voglio che un giornalista spieghi a me come si fa l'allenatore. Anche perché c'è poi chi capisce e chi non è in grado di farlo».

Volente o nolente, è il segnale del disagio che sta vivendo la Signora: inconcludente e in affanno, senza che il ritiro di venerdì sia servito a qualcosa e con sempre meno benzina nel serbatoio.

«Non sono preoccupato, in squadra ci sono ragazzi responsabili: il bilancio lo faremo a fine maggio e, se saremo tra le prime quattro, avremo fatto quello che ci era stato richiesto».

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