È destino che Inter e Juve facciano storia di coppia: dalle polemiche agli scudetti, dalle sfide di mercato a quest'ultime ultime esibizioni di insuccesso. Fanno a gara a chi ne combina di più e a chi gioca peggio. Si dice: la Juve con Allegri c'era abituata, l'Inter di Inzaghi aveva dato altre sensazioni. Vero ma, guardandole allo specchio, vedrete che soffrono delle medesime storture, di mali che vengono da fuori ma anche da dentro e sono i peggiori. E fu subito crisi, scrivono gli appassionati del fumettone. Ma se andiamo a rileggere gli strimpelli di un mesetto fa pareva tutt'altra storia. Talvolta ci starebbe bene una critica preventiva. Cosa era immaginabile? Che la ribollita di Allegri non sarebbe andata a buon fine? In Italia lo dice la storia di tecnici anche bravi. Ed invece l'Inzaghi ora contestato? Come Allegri, soffre i mugugni dello spogliatoio. Ormai chiari a tutti, non solo agli amici dei giocatori. Capita quando le cose vanno male e super pagati atleti non si prendono responsabilità. Il tecnico come sovrapprezzo si sarebbe preso una multa dal club per una «intervista» non autorizzata.
Aggiungete qualche errore in campagna acquisti: i dolci ritorni, per ora, sono faticose attese: Pogba da una parte e Lukaku dall'altra si sono visti poco. E i giovani? Facile pensare: si sono montati la testa. Perché mai? L'Inter voleva vendere Bastoni e forse aveva visto giusto. Le sceneggiate dimostrano tensione. La Juve si sta perdendo, infortuni a parte, la bontà calcistica di Locatelli. E Gatti, lo stopper che piace al ct Mancini, pareva un gruviera contro il Monza. La Juve ha pescato Milik ma continua a fare i conti con la nullaggine di Kean, così l'Inter con il misterioso Correa. Aggiungiamo che il centrocampo di entrambe le squadre è stato guarnito, o sguarnito, ma manca sempre un leader. Allegri pensava di aver risolto con Paredes, e finora sono stati buchi nell'acqua. Nell'Inter Brozovic è bravo ma non leader. Risultato? Le squadre subiscono troppo la partita. Fisicamente sembrano all'inizio della preparazione anziché a campionato che va di fretta. Quando il fisico tiene sia Juve sia Inter offrono spiccioli di nobiltà e vivacità, poi qualcosa si spegne: più facile conti il fisico per la Juve, la testa per l'Inter. Fa sorridere sentir dire: c'era una Juve che non mollava mai. Ora sono altri giocatori, qualcuno sopravvalutato, diversi che non hanno capito dove sono. Lampante l'atteggiamento dell'atteso Di Maria, grande solo quando ne ha voglia. All'Inter niente di nuovo: storicamente si è visto tutto e il contrario di tutto, che ci fossero campioni o mezze figure. Le difese scricchiolano: per i nerazzurri una debolezza prevedibile (leggi De Vrij e Bastoni). La Juve sapeva di dover ricominciare senza De Ligt ma soprattutto Chiellini e Bonucci ormai è un panchinaro di lusso.
Infine il problema delle mani legate, non nel senso mourignesco: Allegri ha un contratto troppo pesante per essere licenziato a cuor leggero. Inzaghi è difeso dai problemi economici. Lo Zhang, che ama i selfie, non può nemmeno guardarsi allo specchio per dirsi: dove trovo i soldi per un altro tecnico? Di solito chi non ha danari aguzza l'ingegno. Provateci.
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