Juve, non solo gli ottavi A Mosca per il bel gioco ricordo del derby d'Italia

Contro l'Inter l'ultima prova convincente Sarri: «Già diversi rispetto all'anno scorso»

Juve, non solo gli ottavi  A Mosca per il bel gioco ricordo del derby d'Italia

Domenica 6 ottobre la Juventus terminava la sua settimana perfetta: battuta la Spal (2-0) otto giorni prima, i bianconeri si erano poi ripetuti superando nettamente il Bayer Leverkusen (3-0) e avendo poi la meglio sull'Inter a San Siro (1-2). Da allora in avanti, quattro successi e un pareggio. Tutto bene, sulla carta. Con il primo posto in campionato confermato: 2-1 al Bologna, 1-1 a Lecce, 2-1 al Genoa e 1-0 al Toro. Successi non sempre limpidissimi, però. E nemmeno netti, come testimoniato dai punteggi. Perché questo è il fatto: in tutta la stagione la Signora di Sarri ha vinto un solo match di campionato con due gol di scarto (11 giornate già archiviate) e altrettanto ha fatto in Europa. Un risultato, quello contro i tedeschi, che si è affiancato al pareggio di Madrid contro l'Atletico e al successo in volata contro il Lokomotiv Mosca: 2-1, doppietta di Dybala nel finale dopo avere inseguito per gran parte del match. Stasera, contro i russi, la Juve potrà staccare il biglietto per gli ottavi di Champions in caso di vittoria: se invece sarà pareggio, gran parte del lavoro sarà stato comunque portato a termine ma per l'ufficialità bisognerà ancora aspettare.

In sostanza, la Signora è (più che) ben messa su entrambi i fronti. Ma, dopo la settimana perfetta di cui sopra, non ha mai entusiasmato: contro il Bologna ha ringraziato Buffon (e la traversa) per un miracolo nel finale su Santander, contro il Lokomotiv ha faticato l'inenarrabile, a Lecce ha pareggiato tra le polemiche, il Genoa è stato battuto solo su rigore in pieno recupero e il Toro ha accarezzato per quasi tutta la partita la speranza di poter portare a casa un punto. «Per vedere la vera Juve, bisognerà aspettare l'anno nuovo», aveva detto a fine estate capitan Chiellini. «Dateci ancora un paio di mesi», il parere espresso da Buffon più recentemente.

Insomma: la Juve ha vinto quasi sempre ma lo ha fatto quasi esclusivamente di misura, rischiando di essere raggiunta anche in partite sulla carta da dominare e basta. A dirla tutta, se la storia di questi primi mesi di stagione avesse visto Allegri in panchina, buona parte dei tifosi (e anche della critica) avrebbe storto il naso: la fama dell'attuale tecnico bianconero e alcuni sprazzi di sarrismo hanno invece permesso a Madama di vivere tutto sommato serenamente. Anche se lo stesso Sarri sottolinea facendo un bilancio: «A livello di incidenza nel modo di giocare è andata bene. Se si guardano i dati delle scorse stagioni e di oggi sono diversi per quanto riguarda baricentro della squadra, tiri fatti e subiti. Segno che stiamo lavorando per andare in una certa direzione. Ho la sensazione, fortunatamente, che la squadra in tanti singoli abbia ancora ampi margini di crescita e questo può portarci a crescere anche a livello di collettivo». Uno scatto di qualità è però auspicabile, fin da oggi contro la squadra di Semin: vero che Dybala è in dubbio, vero però anche che l'architettura sarriana tende a prescindere dagli interpreti, Ronaldo a parte.

Oltre a vincere, insomma, bisogna iniziare a convincere in maniera chiara: mandando a memoria il modulo con il trequartista (oggi dovrebbe

toccare a Ramsey, ma occhio alla sorpresa Douglas Costa) e augurandosi che il sostituto di De Ligt (rimasto a Torino per una lieve distorsione alla caviglia: al suo posto, favorito Demiral su Rugani) si dimostri all'altezza.

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