Torino - A un certo punto veniva voglia di cambiare canale. Peccato, eravamo tutti allo stadio: non si poteva. Ma quello che calcio era? Noia e monotonia. Poi ci ha pensato il Milan: caduto nelle più ingenua delle trappole da rigore ha restituito vigore alla partita e mandato la Juve ad un passo dallo scudetto. Pronta la musichetta da fanfara? Ieri sera quasi festa. Basterebbe un passetto falso del Napoli (basta un pari) e la vittoria delle vittorie nel derby. L'indomita fantasia del pallone si diverte così. Dire alla Juve: ci sei. E dire al Milan: se continui così ti scordi anche la Champions. Milan abbattuto da un rigore e dalla sua pochezza in attacco. Alla Juve manca un passo dal titolo, Vidal ancora una volta ha lasciato il segno vista la latitanza di Vucinic. Al Milan rimane un punto per tener botta con la Fiorentina. Peggio non poteva finire: il Milan non se l'è cercato, ma nulla ha fatto per evitarlo. Continua l'incapacità ad essere grande con le grandi: in tre partite (Fiorentina, Napoli, Juve) ha raggranellato due punti.
Eppure ieri sera la Signora ha fatto di tutto per non essere diabolica e neppure indiavolata. Ma al Milan deve piacere l'Inferno. E se qualcuno non avesse capito la ragione per cui Juve e Milan non sono finite nei quartieri alti della Champions league si riguardi il primo tempo di ieri sera. Meravigliosa l'atmosfera creata dal tifo, finché non ha tirato in mezzo il solito assente: Balotelli. I ragazzini della Primavera bianconera che prima della partita fanno il giro di campo con la coppa Italia appena conquistata contro il Napoli (vabbè, meglio non guardare certi striscioni sul dibattito nord-sud in tribuna), eppoi ecco tutti ripiombati nello sconforto della melassa prodotta da due squadre che sono rispettivamente la prima e la terza del campionato.
Juve a giri contati, assolutamente ininfluente nel gioco d'attacco malamente retto da Vucinic, Marchisio sporadicamente comparso in area quando il guardalinee gli ha segnalato un fuorigioco, squadra un po' troppo larga a centrocampo dove, invece, il Milan si è presentato con compattezza invidiabile. Ma non basta essere compatti, serve essere efficaci, anche rapidi e magari pericolosi. Milan monotono. Buffon si è visto recapitare fra le mani tiretti da scuola elementare. Pazzini ha fatto catch con Chiellini, e ogni tanto sketch per le smorfie che i due si propinavano. El Shaarawy assorto, quasi a dar ragione ad Allegri che lo vedeva bene in panchina. Anche se Robinho era perfino da tribuna ed invece ha giocato 70 minuti. Allegri voleva dimostrare quanto è in forma?
Partita moscia per un tempo, quasi il pareggio fosse il minore dei mali. Milan un po' più aggressivo a centrocampo grazie alle voglie del trio Montolivo-Ambrosini-Boateng, loro sì discreti combattenti. Juve assordata dai rumori del nemico e dai silenzi di Pirlo che ha calciato due punizioni ,una delle quali (deviata da Ambrosini) ha perfino rischiato di sorprendere Abbiati, più tardi uscito per un problema alla gamba. Ma poi errori come il più svagato dei geometri:lasciato libero di giocare (male) dal centrocampo milanista, Pirlo si deve essere sentito così imbarazzato da addormentarsi su troppi palloni. Rimediavano Vidal e Pogda pronti a metterci la forza fisica.
Ma, insomma, tutto qui il meglio del nostro campionato? Tutto qui i reucci della nazionale?
A confermare la mediocrità generale, basterà riassumere l'azione che ha provocato il rigore pro Juve: Pirlo sbaglia il lancio, Abate si lascia sfuggire come una saponetta Asamoah e Amelia è un disastro nell'uscita che lo stende. Il tiro dal dischetto di Vidal è l'unica cosa calcisticamente degna. Il Milan non si è scomposto, bontà sua, e ci ha messo ben 17 minuti per recapitare il primo tiro in porta (Muntari parato da Buffon) dopo il rigore.
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