Sfiorata l'impresa di non vincere a Udine contro una squadra di seconda fascia e priva di nove giocatori, la Juventus torna dal Friuli con i tre punti desiderati ma senza migliorare il settimo posto in classifica: se la Uefa non li estrometterà dalle proprie competizioni, i bianconeri nel 2023/24 parteciperanno quindi alla Conference League.
La Signora è chiamata a fare la partita, ovviamente. Allegri propone Chiesa a supporto di Milik, Kostic e Cuadrado esterni, Rabiot e Miretti al fianco di Locatelli: dovrebbe essere sufficiente per schiantare un'Udinese priva di nove giocatori e con in campo gli esordienti Abankwa e Guessand (classe 2004). In realtà, pur apparendo evidenti le difficoltà dei padroni di casa, la Juventus è pericolosa quasi solo sui calci piazzati: Silvestri è attento su Cuadrado, poi è Bonucci a colpire la traversa di testa dopo un tocco di Milik. I friulani sono in affanno e più che alleggerire ogni tanto la pressione con qualche ripartenza di Beto non possono fare. Chiesa, fino a quando rimane vicino a Milik, non tocca praticamente palla: nel finale di tempo però magari per scelta di Allegri o forse perché scocciato di fare da spettatore riesce a creare qualche preoccupazione a Silvestri partendo largo a sinistra. Peccato per lui che, nella seconda circostanza, non ci sia alcun compagno in mezzo all'area per una facile deviazione che avrebbe significato la rete del vantaggio.
Dovendo gioco forza cambiare marcia, Allegri butta dentro Iling-Junior per Kostic senza modificare quindi l'assetto tattico: l'Udinese nel frattempo ha preso un pizzico di fiducia e anche i suoi ragazzini giocano con maggiore tranquillità. Lo squillo di Milik sotto forma di assist permette a Rabiot di calciare quasi a botta sicura: alto. Dentro anche Di Maria, alla sua ultima uscita prima di salutare la Signora senza avere reso per quello che si sperava: il gol che sblocca la gara arriva però grazie a Chiesa, con un destro forte a giro dopo assist di Locatelli. Si è a metà ripresa, Lovric impegna Szczesny, poi Nestorovski ciabatta da centro area e Perez impegna ancora il portiere polacco. Il punteggio però non cambia più, pur se nel finale non mancano occasioni né da una parte né dall'altra: finisce così una stagione surreale per la Juventus, sballottata di qua e di là sia sul campo (pessima la Champions: impossibile dimenticarlo) che fuori. Da oggi bisognerà pensare seriamente al futuro.
Con o senza Allegri in panchina? Molto probabilmente «con»: meglio però non escludere ribaltoni sempre possibili. Intanto, aspettando che Giuntoli si svincoli dal Napoli, Giovanni Manna ricoprirà la carica di direttore sportivo venendo promosso dal settore giovanile.
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