La Juve vuole farsi più bella ma a rischiare è solo il Milan

La Signora per il timbro-scudetto, i rossoneri per afferrare la Champions. Il sogno: conquistare il titolo nel derby. La speranza: tornare protagonisti

L'allenatore della Juventus, Antonio Conte
L'allenatore della Juventus, Antonio Conte

Non c'è più nemmeno un gol fantasma ad inquinare la storia. La Juve ha dimostrato di essere la più forte del reame: parlano i risultati. Le chiacchiere vanno lasciate a quelli che distillano verità al 90 per cento. Che poi il restante dieci per cento conti più o meno alla prova dei fatti, è relativo. Ovviamente per chi distilla tali verità. Assodato cosa sia la Juve, resta da assodare cosa sia il Milan: protagonista o comprimario? La vera alternativa alla squadra che andrà a cucirsi lo scudetto o l'avversario per caso che non si è sbarazzato neppure del Napoli?

Oggi la prova dei fatti dirà se il Milan è davvero squadra così incapace di tener botta contro le grandi, o presunte tali, di questo campionato. La classifica, avulsa, fra le famose sette sorelle è inquietante. Parlano i numeri che non sempre sono contestabili: se il Milan è primo in assoluto nel girone di ritorno, è ultimo nella classifica degli scontri diretti con una media punti di uno a partita. E invece la Juve è prima. Il Milan ha vinto solo due partite (contro la Signora all'andata e contro la Lazio), i bianconeri hanno raccolto 18 punti in 11 sfide migliorando la loro classifica grazie ai recenti successi su Inter e Lazio.
C'è il tanto per chiedere una inversione al destino? I grandi numeri spesso si fanno sentire e così le voglie di stelle e stellone. Giusto, quindi, che la Juve non si culla nella sicurezza nonostante le battute di Conte che, ultimamente, si diverte a trafiggere Galliani con solerte precisione. «Non sempre vincono i più forti: negli ultimi due anni non è capitato al Milan» è la fotografia vista dall'emisfero milanista-gallianesco, scherzata dal tecnico juventino. Però meglio Conte rispetto ai suoi goleador che vanno al tiro con la pistola ad acqua. Qui, nel suo dire, c'è un po' di veleno. Appunto quello che servirà alla Juve. Ma che dovrà guidare anche il Milan. Partita da veleno nel gioco, non da avvelenati. Partita che potrebbe lanciare la Signora a cercare la ciliegina: conquistare aritmeticamente lo scudetto nel derby di domenica prossima, se naturalmente Milan (perdendo) e Napoli (non vincendo) contribuiranno.
Poi si può discutere sul sesso della sfida, ma Juve-Milan è una partita che storicamente deve contare. Sennò vien meno alla sua ragione di esistere. Questa volta per chi conterà? Visto dalla Juve: sarà il timbro sullo scudetto. Una certezza in più. Vabbè. Ma sono così tante le occasioni per ricevere certezze che la squadra potrà giocarsela senza peso allo stomaco o gambe pesanti.

Vista dal Milan sarà la speranza che non morirà: l'idea di poter ancora contrastare il Napoli nell'accesso diretto alla Champions. La necessità di tener lontana la Fiorentina. Il Milan non potrà perdere colpi. La Juve, comunque andrà, avrà il sorriso sulle labbra. Da qui alla fine del campionato rischia perfino di annoiarsi, se non si crea un po' di tensione e suspence. Anzi, la suspence bianconera ormai è di altro genere: tutto il suo mondo chiede di ritrovarsi accanto un grande attaccante, un tipone che decida le partite. John Elkann ha ricordato che sarebbero una decina gli juventini che potrebbero sostituire Balotelli nella classifica di Time sui personaggi più influenti. Vero: molti meno, forse nessuno, in campo. E buon per la Signora che oggi il bad boy se ne stia a casa. Che poi Elkann abbia strizzato l'occhio a Ibrahimovic è segno del destino o voglia di ragalarsi un sogno.

Sta nei numeri che Ibra, prima o poi, debba vincere la Champions: immaginate se azzeccasse il numero sulla ruota della Juve? Ecco, a tutto questo potranno pensare oggi i tifosi della Juve. Invece quelli del Milan dovranno badare solo al campo: esserci o non esserci. Questo il problema. La Champions non è ancora cosa loro.

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