La Juventus dei record scopre la fine del ciclo (dirigenza compresa)

Futuro in discussione: non solo Allegri e Dybala sono attese novità anche tra i quadri societari

La Juventus dei record scopre la fine del ciclo (dirigenza compresa)

Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile quello con la pistola è un uomo morto. Così Ramon-Volonté a Joe-Eastwood in Per un pugno di dollari. L'epilogo del film vede l'uomo con il fucile salvato da una lastra di acciaio usata come giubbotto antiproiettile, quello che è mancato alla Juventus, tradita, invece, dalle papere dei suoi difensori e dall'arte di quel fenomeno che porta il nome di Cristiano e il cognome di Ronaldo dos Santos Aveiro.

Il calcio è questo, il gesto acrobatico del portoghese e l'ovazione del pubblico dello stadio restituiscono al gioco un respiro umano, la poesia e il senso dello sport che nessuna tattica, ripartenza, diagonale, intensità possono garantirgli. La Juventus si è arresa al campione e ai campioni ma anche a se stessa. La scelta di schierare due centrocampisti, ribadendo errori del passato, ha punito Allegri che ha voluto cambiare le indicazioni fornite dall'ultima partita contro il Milan. Il primo gol di Ronaldo è arrivato su un'azione di Isco che ha lasciato come due meduse De Sciglio e Douglas Costa così come Cuadrado aveva tolto palla a Calhanoglu fermo ai blocchi. La scelta di un centrocampo a due ha concesso al Real spazio e libertà di movimenti.

Ma questi sono dettagli che non cambiano la realtà della sfida di Champions: la Juventus sa benissimo che dovrà cambiare alcuni uomini e non tutti per motivi anagrafici. Sa benissimo che Dybala non può pensare di vivere di rendita per il suo talento e che la scena europea non gli può consentire astuzie che nel nostro football sono ammesse (l'ammonizione per simulazione). Potrebbe far parte della lista dei cedibili, insieme con Alex Sandro, Mandzukic, Khedira, mentre Asamoah, per desiderio della consorte, ha deciso di cambiare aria.

La Juventus perderà milioni importanti per l'eliminazione dalla Championse per la nuova distribuzione dei diritti televisivi (dopo aver regalato l'ottimo debutto al canale Mediaset 20 con 6,5 milioni di spettatori), una rifondazione diventerà necessaria, con qualche sofferenza. Il ricambio tecnico e generazionale non è semplice, la partenza e il tramonto di alcuni bianconeri si accompagna alla partenza e al tramonto non soltanto di ottimi calciatori (il pacchetto difensivo) ma di eccellenti uomini e professionisti, doti assai rare tra le nuove realtà del football italiano. La rifondazione, comunque necessaria dopo un settennato leggendario, costerà lacrime e sangue e dovrà riguardare gli stessi quadri societari.

A tal proposito è disarmante l'assoluto ed ennesimo silenzio della proprietà.

Dopo la sconfitta di ieri sera, così come dopo la vittoria di Wembley, sarebbe stato opportuno ascoltare il pensiero e le parole del presidente ma Andrea Agnelli è tifoso ai massimi, sta sicuramente soffrendo per il risultato continentale, deve badare ai conti prossimi futuri del club. Un suo intervento servirebbe a chiarire la posizione della società e quelle che potranno essere le prossime strategie, anche di mercato. Invece la Juventus lascia la voce ai calciatori. Ammutoliti dal Real.

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