Decine di partite perse. Da una parte e dall'altra. Per infortunio. Perché il calcio moderno stressa e affatica. E perché poi ci si mettono di mezzo anche gli eventi traumatici. Juventus e Roma oggi non stanno nemmeno malissimo dal punto di vista fisico, ma di sicuro hanno dovuto affrontare svariate emergenze in questi primi quattro mesi di campionato. Sabato, comunque, la Signora dovrà ancora fare a meno di Bonucci, Pjaca, Dani Alves e Mandragora, mentre Barzagli potrebbe essere convocato ma quasi certamente non impiegato dal primo minuto. Quanto ai giallorossi, saranno sicuramente privi di Florenzi, Bruno Peres e del giovane Nura con Salah ancora in bilico, sperando in un difficile recupero lampo che intimorisca i campioni d'Italia.
Tre probabili titolari mancanti da un lato, insomma, e (quasi) tre dall'altro. Per di più, Barzagli, Bonucci e Dani Alves hanno rappresentato per un buon numero di match la colonna portante della difesa bianconera: i due centrali rimangono tuttora tra i giocatori di movimento con più minuti nelle gambe (rispettivamente 1126 e 1377), né Dani Alves è tanto lontano (1056). Siccome però Allegri non è mai stato tipo da piangersi addosso, ha fatto con quel che era rimasto e i risultati gli hanno dato ragione anche perché, tutto sommato, le incognite erano relative: Lichtsteiner è giocatore che in casa bianconera ha fatto sempre il proprio dovere e non è nemmeno detto (anzi) che sia peggio del brasiliano, mentre Rugani è semplicemente il miglior difensore italiano in prospettiva e non ha fatto altro che mantenere le promesse mettendo a frutto l'apprendistato della passata stagione: ieri è peraltro arrivata l'ufficialità del prolungamento del suo contratto fino al 2021, segno che davvero su di lui (29 presenze finora, 26 le partite vinte) la Juve conta parecchio.
Il cambio di modulo (difesa da tre a quattro) ha fatto il resto, così come l'impiego di Evra in certe occasioni e di Benatia in altre. Quanto invece a Pjaca e Mandragora, magari non sarebbero scesi in campo contro la squadra di Spalletti, ma è un fatto che il futuro sia dalla loro parte: il croato è un classe 1995 sul cui talento non si registrano dubbi, il napoletano un 1997 che con Genoa e Pescara ha sempre fatto benissimo.
Pure Spalletti si è arrangiato, specie in difesa. Perché Mario Rui si è rotto subito, Vermaelen è partito male e poi è sparito in infermeria, Juan Jesus non ha mai dato garanzie e Fazio ha avuto bisogno del classico periodo di adattamento prima di raggiungere la sufficienza. Fortunatamente, però, il ritorno di Rudiger a fine ottobre ha aggiustato un po' di cose e negli ultimi tre impegni (compresa l'Europa League) la porta di Szczesny è rimasta imbattuta grazie anche a un centrocampo fisico come quello composto da De Rossi, Nainggolan e Strootman. Trovata però una quadra, è arrivato il ko di Bruno Peres a cambiare di nuovo le carte in tavola: El Shaarawy è candidato a prenderne il posto, ma non è nemmeno escluso l'avanzamento di Emerson con l'inserimento in difesa di uno tra Juan Jesus e Vermaelen.
Bisogna insomma fare sempre di necessità virtù.
E, in questo, a lungo andare la profondità della rosa juventina rischia di pesare non poco se è vero che al momento, in campionato, solo quattro bianconeri hanno superato i mille minuti giocati contro i nove dei giallorossi: numeri che in primavera incideranno sui muscoli dei vari protagonisti. Intanto ci sarà però da godersi la sfida dello Stadium, con giocatori anche da dosare (Barzagli e Dybala, Salah e Paredes) per non andare incontro a ulteriori pit stop di cui nessuno sente il bisogno.
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