L’Inter vuole meritarsi il ritorno di un Balotelli

L’Inter vuole meritarsi il ritorno di un Balotelli

nostro inviato a Appiano G.

Che fare? Il sole di Appiano poteva rispondere da solo. Moratti aveva già dato pacche e saluti a tutti. Balotelli era in Inghilterra. E allora? «Cercare di vincere un’altra partita. Senza guardare la classifica. Il futuro è oggi, non oltre. Tutto cambia molto velocemente nel calcio». Gli inesorabili esploratori dell’ovvio devono avere avuto gli occhi lucidi. Andrea Stramaccioni, in arte Stramax, ha certamente toccato le corde di chi se lo beve, se lo gode, insomma se n’è già innamorato. Ma lui è discretamente più furbo e piantato nel realismo a dispetto degli adulatori. Fumoso il tanto che basta per regalar pregio alla sua laurea d’avvocato, attento a non raccontare più del banale. Tattica, strategia, ragazzi questa è tattica. Aveva ragione la mamma sua. «Sì, mi ha sempre detto che il liceo classico e l’Università ti aprono la mente. Io questa cosa l’ho presa per buona... Per ora credo mi abbia dato un contributo. Quando smetterò di allenare potrò tirare le somme».
Ci vorrebbe un’idea del genere anche per l’Inter. Ma per ora non si parla di laurea, al massimo di promozione a qualche giro europeo. Poi tutti possono sognare. È rispuntato il nome di Balotelli, ma per averlo l’Inter dovrà meritarselo. Certo, Balotelli o qualche giocatore top. Mica vengono se non c’è di mezzo la Champions. L’obbiettivo è doppio: terzo posto ed esca per grandi giocatori. Poi ci pensi Moratti al problema finanziario. È l’ultima possibilità per non buttare una stagione e ragionare in grande sulla prossima. Ecco, allenare con la laurea nel cassetto potrebbe essere una buona idea, ma potrebbe non bastare. Forse non basterà nemmeno essere stato un giocatore migliore di altri grandi allenatori: Sacchi e Mourinho, ti pareva non arrivasse il confronto a stretto giro di adulazione. L’Inter è pane duro e Stramax tiene al suo passato più ancora che al futuro. Passi per lo snobismo all’avvocato, ma l’orgoglio non può sopportare la svalutazione calcistica. «Calma, io non ero così scarsone nel giocare. Potete chiedere...». E non è nemmeno bello sentirsi dire: «Ti hanno scaraventato qui dalla squadra Primavera». Ecco, l’avvocato salta fuori: «Suvvia, scaraventato. È un brutto termine».
Tutto perfetto, magari il nostro sarà pure un bravo scacchista, se non ci fosse l’Inter... Oggi trasferta a Cagliari, ma nello stadio di Trieste. Una delle solite trovate di Cellino. Anche Stramaccioni non ci ha capito molto. «Di solito giocare a Cagliari è dura per tutti. Qui a Trieste, mah! Cellino ci avrà pensato bene». Converrete che l’inizio di Stramax è toccato dalle stravaganze: tre rigori contro all’esordio, prima trasferta a Trieste pensando di essere a Cagliari. C’è da perderci la testa. Non ancora l’Inter, perché Moratti sta valutando, annusando, digerendo l’idea: tenerlo o non tenerlo? Intanto meglio vincere. «Con il Cagliari è una finale», dice Stramax che potrebbe scrivere anche articoli. Invece sul campo si riaffiderà a Ranocchia, proverà Guarin. Per tutti belle parole. Ranocchia? «Un patrimonio del nostro calcio». Guarin? «Ha giocato poco, ma dato forza e qualità». Si trattiene solo su Balotelli, intuendo il tranello. «È un patrimonio del Manchester e del calcio italiano. E io sono totalmente concentrato sui miei 24 ragazzi». Branca ha lanciato il nome per vedere l’effetto che fa, che poi il presidente del City ritenga Supermario ancora incedibile è altro problema.

Ma tutto serve per spingere questa Inter verso i sogni. Un giorno forse arriveranno anche Maicon, Sneijder e Alvarez, ancora in rimessaggio. Dunque che fare? «Mandare in campo la mia Inter migliore», risponde Stramax. Per ora è senso del possesso. Poi si vedrà.

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