L’Inter vuole Stramax, Moratti non si sa

L’Inter vuole Stramax, Moratti non si sa

Mattia Destro è praticamente già qui. L’operazione è complessa perché ha il cartellino frantumato fra Genoa e Siena ma Preziosi riscatterà la metà mancante e girerà tutto a Moratti, non senza portarsi a casa la sua fetta. L’Inter lo riprende dopo avergli fatto fare esperienza a caro prezzo, il ritorno non costerà meno di una decina di milioni. Ma è un segnale di come si muoverà Moratti, le cifre sulle quali girerà il prossimo mercato. Se il far play finanziario sia solo un buon pretesto o invece una reale esigenza, non cambia lo scenario, la squadra non è completamente a fine corsa ma neppure a inizio ciclo, questo è chiaro. Tutti non si possono cambiare, o meglio, è difficile piazzarli, perfino Stramaccioni, sebbene il tecnico ha capito da tempo cosa succede, almeno dal pomeriggio del 29 aprile, Inter-Cesena 2-1: «So che Moratti ha già deciso sul mio futuro anche se lui è molto bravo a depistare». L’unica certezza è che non allenerà la Primavera. Tornare indietro non gli sembra giusto. Non è una situazione così diversa da quella di Allegri, cambiano solo le dichiarazioni di facciata, ma c’è un’altra certezza che sfugge: il dispiacere reale di Moratti a lasciare il giovane tecnico romano.
Andrea Stramaccioni ha portato a termine la missione, ha dato una carta d’identità a una squadra che l’aveva smarrita e si è fatto voler bene. C’è un mucchio di gente pronta a sostenerne la conferma, a parole anche la squadra. E se l’Inter si ritrova a dover fare i conti con un eventuale preliminare di Europa League di inizio agosto, non è certo colpa sua: 60mila euro a match con un premio di 140.000 euro in caso di vittoria e 70.000 per il pareggio, poi le sopravvissute ai sedicesimi ricevono 200.000 euro ciascuna che salgono a 300.000 agli ottavi, 400.000 ai quarti e 700.000 in semifinale. La vincitrice riscuote un premio di 3 milioni di euro, due la seconda. La prospettiva non incita a grandi investimenti, ha più senso programmare, ha più senso giocarsi il campionato per tornare nella serie A d’Europa. Questo è il grande dubbio di Moratti, e Stramaccioni in quest’ottica sembra perfetto, giovane e motivato, sta spalmando la gioventù con raziocinio, se serve sostituisce Dejan Stankovic che peraltro ha chiuso in anticipo la sua stagione e verrà sottoposto a intervento di pulizia del tendine d’Achille.
Ieri il presidente verso le tredici e trenta è uscito dagli uffici Saras con il figlio e vicepresidente Angelo Mario. Sereno, tonico: «Il derby ti motiva sempre, poi però sarà il campo a dire come stanno le cose. Il massimo impegno da parte nostra non è in discussione». Indipendentemente dall’esito, questo derby finirà col fare un favore a una delle due grandi amiche dell’Inter.

Ma una stagione con due esoneri, un’eliminazione Champions contro la più debole degli ottavi assieme all’Apoel e cinquanta reti subite in campionato equamente divise fra San Siro e trasferte, non poteva avere altro finale di questo: se vinco, perdo.
Ma presidente, Stramaccioni? «Bravo, ha fatto quanto gli era stato chiesto». Ma per la riconferma come siamo messi? Se guadagna l’Europa resta o proprio perché conquista l’Europa serve uno con più esperienza?

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