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"L'addio di Donnarumma la scelta migliore per tutti"

Il rumeno ha convinto: "Gigio sta facendo bene al PSG e noi qui. E io non sono secondo a nessuno..."

"L'addio di Donnarumma la scelta migliore per tutti"

Se Donnarumma è stato il predestinato, Maignan - il suo successore - è diventato la rivelazione (da qualche giorno è in palestra dove si allena come un pazzo col braccio avvolto da chilometri di garze), di Ciprian Tatarusanu, 35 anni, Bucarest la sua città, 198 centimetri a disposizione di un fisico asciutto ed esente da infortuni, si può dire che ha smentito l'aspetto da funzionario di banca e il curriculum da secondo portiere poco interessato a fare le scarpe al suo numero uno. La realtà invece ha dimostrato esattamente il contrario. E cioè che Ciprian Tatarusanu, a dispetto delle apparenze, ha indossato i guanti, si è pettinato il ciuffetto, è andato in porta e ha cominciato a fare bene se non addirittura benissimo, come nella serata ultima di Champions con il Porto.

«La spiegazione - racconta l'interessato - è che innanzitutto io non mi sono mai sentito un secondo portiere. Nella mia carriera ho fatto tante partite, ho accumulato tante esperienze e soprattutto mi sono sempre allenato al massimo per risultare pronto al momento giusto, quando il Milan ha avuto bisogno di me».

Eppure, a leggere il tam tam dei tifosi, quando è diventata nota l'entità dell'infortunio di Maignan, molti si sono messi le mani nei capelli e hanno temuto il peggio. Che effetto le hanno fatto quei commenti?

«Nessuno perché non ho il tempo per leggere quei commenti e perché se è normale che certi giudizi arrivino da persone che non mi conoscono, io so quello che posso dare, e so meglio ancora come mi alleno e come mi preparo per le partite».

Scusi Tatarusanu, perché come si allena lei?

«Ho una fortuna: mi aiuta il fisico, non ho avuto infortuni e questo mi ha consentito di non saltare allenamenti. Poi mentalmente penso di essere molto forte, capace di concentrarmi sulla partita e sul lavoro da svolgere con i miei compagni. Per organizzare la difesa bisogna avere grande lucidità. In apparenza sembro uno tranquillo, non è così. Sono solo molto concentrato sul lavoro. E».

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«Non sono nemmeno molto anziano, come dite voi in Italia».

Adesso passiamo al Milan: per taluni è ancora una sorpresa. Per lei invece?

«Una sorpresa potevamo essere un anno fa, quando nessuno si aspettava che reggessimo in testa alla classifica per così tanto tempo. Oggi non più. Perché il Milan dimostra puntualmente di meritare le sue vittorie. Solo in Champions league non è andata per il verso giusto anche se durante le prime due sfide, a Liverpool e con l'Atletico, il rendimento è stato molto alto».

E c'è una spiegazione tra la resa in campionato (imbattuti e con un solo pareggio in 11 gare) e la Champions (1 punto dopo 4 sfide)?

«La spiegazione è molto semplice: il Porto, nelle due partite, ha giocato meglio di noi».

C'è chi sostiene che pensavate al derby già mercoledì sera.

«Non è così. Neanche per un momento abbiamo pensato al derby. Sapevamo anzi che sarebbe stata l'ultima chiamata e non volevamo sciuparla. Non abbiamo fatto una grandissima partita, ma non per il derby».

Che differenze ci sono tra Milan e Inter quest'anno?

«Il Milan non ha cambiato tanto: il suo calcio è alimentato dalle stesse idee. E anche come protagonisti siamo più o meno gli stessi».

L'Inter invece?

«Con Inzaghi in panchina al posto di Conte non gioca in modo diverso. Forse ora è solo più offensiva».

L'anno scorso il Milan ha patito l'incubo Lukaku specie nel derby di ritorno che segnò il definitivo sorpasso: questa volta chi è il pericolo numero uno?

«Sono i campioni d'Italia e questo dovrebbe già bastare. Non ne scelgo uno. Pensiamo alla squadra dove tutti possono decidere con una giocata».

Primato della classifica a parte, al Milan viene riconosciuto anche quello del bel gioco: è esagerato?

«Vedendo ciò che facciamo tutti i giorni in allenamento non sono sorpreso. È una sorpresa più per voi esterni, specie quando cambiamo atteggiamento a seconda dello sviluppo della partita».

Ultima curiosità: caro Tatarusanu, lei ha capito perché mai Donnarumma ha deciso di lasciare il Milan?

«Non devo capirlo io. È stata una sua scelta, una decisione, adesso è da un'altra parte. Lui sta facendo bene a Parigi, noi stiamo facendo bene qui.

Penso sia stata la decisione migliore per tutti».

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