La risposta alle dimissioni di Adriano Galliani è inequivocabile. Un segnale forte e deciso di discontinuità alla gestione dell'ormai ex amministratore delegato del Milan. Barbara Berlusconi risponde con un nome alla clamorosa accelerata nella rivoluzione societaria: Paolo Maldini. L'ex capitano rossonero rivestirà il ruolo di direttore responsabile dell'area tecnica. L'ufficializzazione potrebbe già arrivare a breve giro di posta: dipende soprattutto dalla tempistica dell'addio di Galliani, cioè se davvero si consumerà dopo la partita di Champions oppure come sembra probabile verrà rinviato al derby di Natale, del 22 dicembre. La scelta di Maldini non è casuale perché vuole esplicitare l'intenzione di voltare definitivamente pagina dopo 27 anni. E lo si fa con una figura che proprio con la vecchia gestione non viveva di certo un idillio.
Ufficializzare Maldini come primo tassello del nuovo corso ha anche un altro significato preciso da recapitare all'interno, squadra e società, e all'esterno: nessuna transizione, nulla di improvvisato il progetto è ben delineato perché ci si aspettava che Galliani potesse uscire di scena in anticipo. Da settimane Barbara Berlusconi è al lavoro insieme ad Antonio Marchesi, uomo di fiducia entrato praticamente con lei nel consiglio di amministrazione del Milan. Altra figura che ormai riveste un ruolo centrale nell'organizzazione del club è Elisabetta Ubertini.
Insieme a loro Barbara Berlusconi ha individuato il primo tassello in Paolo Maldini, ora a cascata si andrà a delineare l'organigramma. Per la sede vacante di Adriano Galliani ricorre un solo nome gettonatissimo, quello di Claudio Fenucci. E con ogni probabilità sarà lui il nuovo amministratore delegato. Il solo problema è quello di riuscire a liberarlo dalla Roma con qualche mese di anticipo, visto che ha il contratto in scadenza a giugno 2014. Non a caso subito dopo il terremoto societario di poche settimane fa si ipotizzava l'addio di Galliani dopo il consiglio di amministrazione fissato per aprile.
A livello gerarchico c'è poi da individuare il direttore generale: più Demetrio Albertini, che potrebbe far slittare il ritorno in rossonero a dopo il Mondiale, meno Michele Uva, appena entrato in Coni servizi. E va aggiunto che l'ingresso di Maldini non esclude quello dell'ex compagno attuale vicepresidente federale. Fenucci candida automaticamente per la poltrona di Ariedo Braida, anche lui al passo d'addio, il ds giallorosso Walter Sabatini. Il ruolo di direttore sportivo, che Maldini attualmente non può ricoprire perché non ha fatto il corso, è cruciale e Galliani non a caso nelle sue dichiarazioni all'Ansa non ha mancato di sottolineare i colpi di Ibrahimovic e Kakà II, frutto prevalentemente dei suoi rapporti. Le linee guida dettate dalla new generation rossonera portano dritto a Fabio Paratici, ora alla Juventus. Il Milan per lui rappresenterebbe la grande occasione per uscire dal cono d'ombra di Marotta. A Torino però si sono mossi per blindarlo. E allora il nome che ricorre è quello di Pietro Leonardi, che ha fatto molto bene prima all'Udinese e ora al Parma. Per Pradè, Bigon e Sogliano il ruolo di arricchire la rosa dei papabili.
Queste sono le figure chiave di una rivoluzione che contemplerà anche altre direzioni del club.
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