L'appuntamento è per questa sera a cena. E per l'occasione non sono previsti rinvii per eccesso di attenzione mediatica. Adriano Galliani e Max Allegri si rivedono, al ritorno da 48 ore di riposo, per dimenticare il derby e preparare il ciclo di ferro che può far scivolare ancora il Milan, adesso afflitto da una classifica deprimente (solo nell'81-82 riuscì a far peggio con Radice allenatore e gestione societaria a metà tra Morazzoni e Farina) oppure rilanciarlo verso una più dignitosa posizione. «Ci riprenderemo» è la convinzione di Galliani reduce dal colloquio quotidiano con il presidente Silvio Berlusconi. «L'esperienza insegna che in casi del genere bisogna stare fermi, agitarsi non serve» la seconda pillola di saggezza con cui il vice Berlusconi prepara il summit di questa sera. Nella sua agenda sono iscritti gli argomenti in discussione.
Gol su calci piazzati. Tocca all'allenatore trovare una soluzione. Il cambio di marcatura, passaggio dalla zona a uomo, proprio nel derby, non è servito a granché. Perché De Sciglio è stato affogato da Samuel e Abbiati ha completato l'opera con una delle sue uscite a vuoto che sono un classico del repertorio in negativo. A proposito di Abbiati va riferito un dettaglio: l'estate scorsa, anche lui, dopo la partenza dei grandi vecchi, esaminò il proposito di lasciare Milanello scoprendo che la propria posizione, quasi 36 anni, e contratto in scadenza, non era ideale (di rinnovo non se ne parlerà). Lo score storico della passata stagione ha fornito una spiegazione parziale dell'improvviso deficit denunciato dalla difesa milanista: l'80 delle parabole su calci d'angolo e calci di punizione venivano intercettatte da Ibrahimovic e Thiago Silva. I due non ci sono più ed è indispensabile trovare soluzioni alternative. Rimessa definitivamente nel cassetto l'idea di passare alla difesa a 3 o a 5 anche perché durante la sosta, in assenza di quasi dieci nazionali, è impossibile procedere a esperimenti attendibili.
Il ritorno di Pato. Chi si illude che il recupero di Pato, subito dopo la sosta, possa capovolgere le quotazioni in attacco del Milan commette un grossolano errore. Il protocollo preparato per il brasiliano prevede l'utilizzo graduale: dapprima in panchina, a Roma contro la Lazio, con 20-30 minuti nelle gambe, così per il viaggio a Malaga in Champions. Solo contro Palermo o Napoli è possibile prevedere un ruolo da titolare. Piuttosto è indispensabile ritrovare lo smalto di alcuni decisivi esponenti della passata stagione: per esempio Abate, per esempio Nocerino, entrambi legati in qualche modo al gioco di Ibrahimovic. Ma l'interrogativo è legittimo: scusate, senza Ibra, Abate e Nocerino non sono più da Milan? No, non può essere. Anche in questo caso tocca ad Allegri risolvere il quiz.
Mercato, niente spese. Anche il tecnico livornese ha qualche appunto sparso nella sua agenda personale. E a cena con Galliani, può dare lettura dei punti che ritiene essenziali per cambiare volto alla stagione. Naturalmente il nodo è il mercato di gennaio. «È presto per parlarne» il catenaccio del dirigente berlusconiano. Ma in verità sono questi i tempi in cui si prepararono i colpi del 2013. Non si deroga dal nuovo patto di stabilità interno alla Fininvest: il Milan deve auto-finanziarsi. Perciò è possibile procedere a tesserare qualche rinforzo solo in cambio di altrettante cessioni, con relativi stipendi. La rosa milanista, come si sa, dev'essere sottoposta a nuova dieta passando dalle attuali 31 unità a 27-28. In estate furono molti i no inattesi che fecero saltare intese già raggiunte con altri club (per esempio da parte di Mesbah promesso al Torino). Non mancano le richieste in questo senso.
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