Un calciatore sotto la doccia dopo una partita. Ha giocato bene, è soddisfatto. L'allenatore si avvicina e gli sussurra: «Tu sei uno dei centrocampisti più forti del mondo». Parole che fanno piacere, parole che stimolano. Parole che suggellano un rapporto super tra tecnico e calciatore. Quelle parole le disse Josè Mourinho quando allenava il Chelsea al suo numero 8, Frank Lampard. È il modo dello special one di coccolare i suoi giocatori più rappresentativi. Di motivarli, farli sentire speciali e portarli a rendere al meglio. «Mi ha fatto sentire bene», ha confessato Lampard parlando dell'episodio. Mou dirigeva dalla panchina, Frank in mezzo al campo. I titoli 2005 e 2006 e tanti trofei. Sembra passata un'era perché ieri, proprio a Stanford Bridge, lo stadio in cui hanno scritto la storia dei Blues, Mourinho e Lampard si sono trovati di fronte da pari grado, entrambi allenatori. Frank nel suo Chelsea, Josè nei cugini londinesi del Tottenham. E come spesso accade l'allievo ha superato il maestro.
Chelsea batte Tottenham 2 a 1, ma soprattutto Lampard batte Mourinho. E non perché la partita non fosse sentita o importante. Anche perché si trattava di uno dei derby di Londra più sentiti e di una sfida importantissima per la zona Champions. Con il 2 a 1 al Tottenham i Blues, quarti, vanno a +4 sul Tottenham. Ma gli occhi erano tutti su di loro, amici-nemici che nel recente passato, stante un rispetto reciproco, non hanno mancato di punzecchiarsi, specie sui temi arbitrali. E anche ieri non è stata per nulla un'amichevole o una rimpatriata sentimentale. Lampard si è infuriato per il mancato cartellino rosso a Lo Celso, reo di un fallaccio su Azpilicueta, errore netto ammesso anche dal Var. Quanti incroci con l'Italia. Già perché l'arbitro era quell'Oliver che ha diretto l'Atalanta con il Valencia l'altra sera ma che soprattutto secondo Buffon aveva un bidone dell'immondizia al posto del cuore. Ma gli incroci non si fermano qui. Decisivi nel Chelsea sono stati infatti i gol di Marco Alonso, ex Fiorentina, e Olivier Giroud, vicinissimo all'Inter e al Napoli nelle ultime sessioni di mercato. Per il Tottenham l'autogol dell'ex giallorosso Rudiger, dopo un tiro dell'altro ex romanista Lamela.
Chissà cosa si sono detti quei due, stavolta lontani dalla
doccia, prima e dopo la partita. Maestro e allievo, due che si rispettano, quasi amici. Ma anche e soprattutto professionisti iper competitivi. E da ieri sera uno, Frank, gode. L'altro, Josè, rosica. Altro che sentimentalismi.
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