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L'anno del Milan si apre con una spy story faraonica

C'è Jorge Mendes dietro il mancato riscatto di El Shaarawy. Perotti per la Roma, il Genoa vira su Cerci. Balotelli ancora ko

L'anno del Milan si apre con una spy story faraonica

Nell'affare El Shaarawy mancava solo il risvolto di color giallo. Eccolo servito dal contro-spionaggio milanista. L'antefatto è notissimo: il faraone fu ceduto in estate al Monaco con la postilla contrattuale (riscatto garantito di 14 milioni in coincidenza delle 25esima presenza). A decidere di chiudere l'esperienza monegasca del milanista (dopo aver timbrato il cartellino numero 24) è stato il tecnico Leonardo Jardim della scuderia di Jorge Mendes, il potente procuratore portoghese rivale di Doyen ex alleato di Galliani in occasione delle prime due trattative poi sfumate (Jackson Martinez e Kondogbia).

Bene: dietro la scelta del tecnico ci sarebbe proprio lo zampino di Mendes che di fatto ha procurato un «buco» nel bilancio rossonero. Buco al quale adesso Galliani deve provvedere al ritorno dalla vacanza in Brasile. Come? La strada è una e una soltanto. E si tratterebbe di un clamoroso ritorno nel club che lo ha lanciato alla ribalta del calcio italiano: il Genoa. Questo l'intreccio: la Roma è a un passo dal concludere l'intesa con Preziosi per l'acquisto di Perotti, nel gruppo di Garcia è destinato a prendere il posto di Iturbe partito per la Premier League. A sbarrargli, per ora, il passo verso Pegli è proprio un altro rossonero, Alessio Cerci, considerato da Gasperini il sostituto ideale dell'argentino. Qualora saltasse questo trasferimento (lo stipendio del giocatore non è compatibile con i conti del Genoa), allora El Shaarawy tornerebbe d'attualità. E per Cerci si riaprirebbe lo spiraglio del Bologna.

La speranza milanista è che con Suso, Cerci o El Shaarawy si ripeta la stessa operazione di rilancio avvenuta con Niang l'anno passato.Con le ali, nel calcio italiano dei nostri giorni, si prova a volare. Precedenza assoluta a Kevin Boateng, primo acquisto ufficiale della sessione invernale 2016 (contratto depositato lunedì 4 gennaio) e che a Milanello prenderà il posto, fino a giugno però, dello spagnolo Suso (nell'organico). Le ultime esercitazioni guidate da Mihajlovic fanno capire che il suo utilizzo è sul binario di destra (l'alternativa di Honda per capirsi), un tempo riservato a Cerci, tornato ancora in discussione e anzi pronto a volare da qualche altra parte per cercare un posto fisso, tormentone non solo del film di Checco Zalone. Boateng da esterno non ha mai giocato al Milan: Allegri lo accolse come mezz'ala, lo inventò tre-quartista nella stagione dello scudetto e lo utilizzò anche da finto centravanti (come piacerebbe al presidente Berlusconi) nella Champions e in particolare in una delle tante sfide (quella felice del 2 a 0) col Barcellona.

Tra Bologna, Roma e Carpi, il debutto di Boateng è garantito: per farlo deve «incastrarsi» nel 4-4-2, sistema di gioco ormai battezzato da Sinisa.Non manca nemmeno la caccia al centravanti, di scorta o meno. Per esempio se la Juve dovesse far partire Zaza (in prestito), chiederebbe al Milan di girargli Matri (dalla Lazio) promettendogli una corsia riservata nella trattativa per Caceres. Mario Balotelli scalda i muscoli e i motori, ma non è pronto neppure per il Bologna. Nel frattempo Mino Raiola, il suo agente, ammette che, a giugno, potrebbe tornarsene a Liverpool, cui appartiene il cartellino, con una chiosa inevitabile. «Non so se Klopp lo rivuole».

Già.

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