L'Aprilia è cresciuta e "adesso ce la giochiamo...". Colaninno: "È un orgoglio italiano"

L'Aprilia è cresciuta e "adesso ce la giochiamo...". Colaninno: "È un orgoglio italiano"

Noale Le frecce tricolori pronte a spiccare il volo. In una location suggestiva, ma non casuale, ovvero tra gli scatoloni della fabbrica di Scorzè, vicino a Noale, ieri è stata svelata urbi et orbi la nuova Aprilia, punta di diamante - grazie ai 54 titoli iridati - del palmarès sportivo del Gruppo Piaggio, e adesso pronta a ripartire dopo i risultati incoraggianti del 2017. E, in attesa di aprire la scatola dei sogni di quello che sarà il suo terzo anno di fila in MotoGp, rinnova la sfida tricolore. Mai come quest'anno, infatti, la nuova Aprilia RS-GP 2018 sfoggia, orgogliosa, una livrea verde-bianco-rosso disegnata sulla carena. Come a dire: oltre Ducati, di italiano in griglia c'è di più.

Certo, pensare di ostacolare il trio Honda, Yamaha e Ducati si discosta dalla realtà, ma la sfida di Aprilia in MotoGP inizia da una base più che mai solida: il 6° posto di Aleix Espargaró ad Aragon (ora affiancato dal talentuoso Scott Redding), con un distacco inferiore ai 7'' dal vincitore Marquez, e le brillanti prestazioni dell'ultima parte di stagione, hanno testimoniato la bontà del lavoro del reparto corse di Noale. Per la stagione 2018 Aprilia vuole ripartire proprio da lì, con l'obiettivo non solo di affacciarsi nella top10, piuttosto di infastidire la concorrenza e avvicinarsi alla top5.

«È una sfida che si gioca sui valori più alti della tecnologia», commenta con orgoglio Roberto Colaninno, presidente e ad del gruppo Piaggio, «ed è un orgoglio tutto particolare toccare con mano come questa avanguardia tecnologica nasca in un reparto corse formato da ragazzi giovani».

«La moto è cresciuta», sottolinea Romano Albesiano, responsabile Aprilia Racing, «ma abbiamo le carte in regola per potercela giocare», «e sì, gli avversari si sono rafforzati molto» concorda il due volte campione del mondo Fausto Gresini e team manager Aprilia, «ma lo siamo anche noi». Perché sognare è lecito e quest'anno di più.

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