«È l'Atalanta dei miracoli ma non ci montiamo la testa»

«È l'Atalanta dei miracoli ma non ci montiamo la testa»

Signor Colantuono, anche per lei la quinta come Beethoven, con la differenza che le sue sono vittorie consecutive che sanno tanto di sinfonia per i nerazzurri di Bergamo.
«Per una provinciale come noi, fare cinque successi di fila sa quasi di miracolo, non me lo sarei mai aspettato ma, evidentemente, questo per l'Atalanta è un buon momento anche perché abbiamo raggiunto la giusta maturità».
Adesso è nella storia dei bergamaschi, una cinquina come Giorgi (era subentrato a Frosio) nel 1990-91, con la possibilità di migliorare. È impazzito?
«Sono contento per la squadra e per la nostra gente, ma nella storia dell'Atalanta ci sono record più importanti e mostri sacri come Mondonico e tanti altri più famosi di me».
Non si nasconda, Colantuono, perché lei può ottenere in casa bergamasca il record dei punti, delle vittorie totali, di quelle consecutive e magari, a quattro punti dalla zona Europa league, sta facendo anche un pensierino alla seconda coppa continentale.
«Calma, calma, troppa carne al fuoco, noi finora abbiamo vissuto domenica dopo domenica, partita dopo partita per migliorare la classifica, senza fare voli pindarici e all'Europa proprio non ci penso, perché il primo obiettivo è la trasferta a Bologna, una gara difficilissima, da prendere con le pinze perché loro hanno un disperato bisogno di punti».
Il suo contratto scade nel 2016 ma, visti i risultati, il presidente Percassi potrebbe confermarla a vita. È d'accordo?
«Mi andrebbe anche bene ma, purtroppo, la vita di un allenatore è ben diversa. Quando tutto va bene è un fenomeno, altrimenti tutte le colpe sono sue ed è il primo a saltare. Una situazione che ben conosciamo ma che mi spiacerebbe vivere».
E sì che avete fatto un girone d'andata così così.
«Non sono d'accordo, abbiamo chiuso a 21 punti facendo sempre la nostra onesta figura, solo che adesso abbiamo cambiato passo, stiamo girando a mille e i 22 punti fatti nel ritorno lo dimostrano. E mancano ancora otto partite».
Eppure sta utilizzando tanti giovani, un'abitudine per l'Atalanta che ha da sempre un super vivaio.
«È bello poter scegliere tra tanti talenti e a Bergamo crescono come i funghi».
Pronto allora a dare una mano a Prandelli, magari con questo Bonaventura che fa gol a grappoli?
«Il ct azzurro ci conosce bene, sa come lavoriamo. Non c'è solo Bonaventura che potrebbe tornare buono per i mondiali in Brasile. Il futuro è di Baselli, De Luca, ma c'è anche un Cigarini in gran spolvero ed Estigarribia. E quel Denis che è un autentico trascinatore».
Ma è matura questa Atalanta per tentare il salto in Europa, anche se lei non ne vuole parlare?
«Sì, siamo cresciuti mentalmente e tatticamente e la condizione fisica è ottimale.

Siamo consapevoli delle nostre qualità, ma anche dei difetti che ci sono ancora, eccome».
E che voto in pagella darebbe a Colantuono allenatore?
«Lasciamo perdere, mi bastano le valutazioni che devo fare sui giocatori».

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