Se doveva essere un addio, non resterà indimenticato. Se, invece, voleva essere una richiesta di rinnovo di fiducia, non poteva essere più convincente. Finalmente una maglia numero 10 garrisce al vento della soddisfazione interista. Da tempo il tifo nerazzurro aveva dimenticato l'importanza di questo numero e di tale maglia. Non basta uno svolazzo e via. Lautaro Martinez che, tante volte ha illuminato le serate e i pomeriggi con la maestria di un pesce fuor d'acqua, stavolta ci ha messo maestria calcistica. Un bel segnale per chi voglia acquistarlo, pare che la bancarella sia occhieggiata da Tottenham e Arsenal, Barcellona e Atletico Madrid. Giocarsela in un derby, dire a tutti: guardate cosa vi combino, non è da ragazzo qualunque. Ma ci deve essere una magia strana nei derby di Lautaro: o sbarella calciando rigori o va per doppiette. Forse non è un caso che l'ultimo derby vinto dai nerazzurri, siamo al febbraio del 2021, e fu 3-0, sia stato messo in bacheca con due gol su tre realizzati dal Toro. Toro e così sia. Anche stavolta che è fuggito via alla guardia dell'imbarazzato Tomori, ma ha lasciato con un palmo di naso pure Maignan. E aggiungiamoci Kalulu e Calabria nella seconda rete. Gol a scansione di cronometro: 4 minuto e 40º, nemmeno il 4 fosse il numero della sorte calcistica della sua serata.
Sono stati numeri da numero 10: quel destro al volo che ha incenerito il Milan e i paragoni scomodi con i bomber del passato. E quella fuga per la vittoria della seconda rete, propiziata dalla dabbenaggine della difesa rossonera, dall'astuzia di Correa e dal talento di Lautaro. Altra storia rispetto al fumoso 10 rossonero interpretato dal ninnolo Diaz. Il Fra' Martinez campanaro interista ha intonato la sua musica ed è stata una sonata di campane per l'irrequieta e un po' sonnolenta compagnia avversaria. Invece i compagni suoi hanno capito subito che la serata era di gala e non bastavano le rudezze di Tomori a toglier gas a quel 10 old style.
In tribuna c'era Adriano, acclamato come fosse stato davvero un imperatore calcistico di queste adunate. Ma forse Adriano è ancora leggermente lontano per numero di gol (74) nella sua storia nerazzurra.
Sull'altra tribuna sedeva, invece, Ibrahimovic e qui il successo di serata è davvero doppio perché Lautaro, con questi primi due gol in coppa Italia, è andato in corsia di sorpasso fra i bomber interisti di sempre: i due erano fermi a quota 66. Ora il Toro è sfuggito via all'insaziabile svedese. L'en plein è stato totale: in soli 70 minuti due vittorie e due reti da vero numero 10, accompagnate dal dolce rombo di San Siro tornato gonfio di tifo.
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